Il sogno è quella di una PA senza carta. Il “sognatore” è il
ministro della PA e Innovazione, Renato Brunetta, che nel corso di
un convegno all’Università Bocconi di Milano ha disegnato la sua
amministrazione pubblica ideale.
“Sogno che tutti gli uffici statali siano presto obbligati a
utilizzare solo la posta elettronica certificata per le
comunicazioni interne – ha precisato -. Sogno un termine molto
stretto per l'introduzione dell'obbligo per tutta la
pubblica amministrazione di dialogare al proprio interno con la
posta elettronica certificata".
"La cosa che mi fa impazzire – ha aggiunto – è che ci siamo
vicinissimi, ci sono i fondi e c'è la tecnologia, ma c'è
la massa dei conservatori che si oppone".
Sull'adozione dell'e-mail certificata Brunetta ha detto che
i cittadini "stanno rispondendo bene", la pubblica
amministrazione "benino" e anche il mondo delle imprese,
sebbene ancora un po' refrattario, è sulla buona strada, con
un’adesione "pari al 10%".
"La portata rivoluzionaria di questa novità – ha aggiunto il
ministro – è che costringe gli uffici, attraverso la domanda dei
cittadini, a cambiare la propria organizzazione interna".
Il ministro e la prestigiosa università meneghina hanno firmato un
accordo per l'introduzione di "metodi e strumenti
innovativi" nella selezione e nel reclutamento del personale
pubblico. L'intesa, siglata dallo stesso Brunetta, dal
consigliere delegato della Bocconi Bruno Pavesi e dal presidente di
FormezItalia Secondo Amalfitano, prevede uno studio dei migliori
modelli internazionali per elaborare un progetto chiamato
'Vinca il migliore'. "E' un accordo – ha spiegato
Brunetta – per importare nella pubblica amministrazione italiana
software per concorsi pubblici blindati".
Intanto Palazzo Vidoni fa sapere che dopo 14 giorni dall'avvio
del servizio di posta elettronica certificata "pubblica",
continua ad aumentare il numero delle PA in regola con quanto
disposto dal Codice dell’Amministrazione Digitale (decreto
legislativo n. 82 del 7 marzo 2005) che prevede che tutti gli enti
pubblici di dotino di una Pec.
Entrando nel dettaglio del comparto Sicurezza, il caso di
eccellenza è rappresentato senz’altro dall’Arma dei
Carabinieri, che ha finora registrato 6.179 caselle. Molto diversa
la situazione del Corpo Forestale dello Stato, che ha in uso e ha
pubblicato finora una sola casella. La Guardia di Finanza ha invece
pubblicato finora 24 caselle di Pec (20 di queste si riferiscono ad
altrettanti comandi regionali).
Quanto alla Polizia di Stato, ha registrato solo 2 caselle Pec ma
ne ha già distribuite 83 a Commissariati e Questure.
Le 53 Questure che hanno pubblicato almeno un indirizzo sul proprio
sito web sono quelle di Agrigento, Alessandria, Ancona, Aosta,
Asti, Avellino, Bari, Belluno, Benevento, Bergamo, Biella, Bologna,
Bolzano, Caltanissetta, Campobasso, Chieti, Como, Crotone, Cuneo,
Enna, Ferrara, Foggia, Genova, Gorizia, Grosseto, Imperia, Isernia,
L’Aquila, Lecco, Livorno, Lucca, Macerata, Mantova, Massa
Carrara, Milano, Modena, Novara, Oristano, Padova, Pavia, Pescara,
Ragusa, Rimini, Salerno, Sassari, Savona, Teramo, Terni, Trapani,
Trieste, Varese, Venezia e Verbano Cusio Ossola
La Questura di Caltanissetta ha pubblicato il proprio indirizzo Pec
anche nell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni.
Restano infine 50 Questure che non hanno pubblicato nemmeno un
indirizzo Pec: sono quelle di Arezzo, Ascoli Piceno, Brescia,
Brindisi, Cagliari, Caserta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Cremona,
Firenze, Forlì Cesena, Frosinone, La Spezia, Latina, Lecce, Lodi,
Matera, Messina, Napoli, Nuoro, Palermo, Parma, Perugia, Pesaro
Urbino, Piacenza, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Prato,
Ravenna, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Rieti, Roma, Rovigo,
Siena, Siracusa, Sondrio, Taranto, Torino, Trento, Treviso, Udine,
Vercelli, Verona, Vibo Valentia, Vicenza e Viterbo.