Si allargano i progetti di British Telecom legati alla
realizzazione della sua rete di banda larga. La leader britannica
delle telecomunicazioni, secondo le prime indiscrezioni degli
analisti, avrebbe stabilizzato la sua situazione finanziaria e ciò
aprirà la porta all’annuncio da parte del chief executive Ian
Livingston di un ampliamento del programma per il broadband, che
raggiungerà il 66% delle case inglesi e non più il 40% come
precedentemente indicato.
Ciò renderà necessario ampliare anche gli investimenti necessari
per l’infrastruttura oltre l’attuale budget di 1,5 miliardi di
sterline, ma sembra chiaro che per il management Bt la rete per le
comunicazioni ultra-veloci è un bene chiave e fonte di crescita
per il futuro.
Il piano originario, delineato per la prima volta nel 2008, mirava
a portare la banda larga al 40% delle case del Paese entro marzo
2013. A dicembre, Bt aveva indicato che la realizzazione della rete
sarebbe terminata in anticipo, entro metà del 2012.
La pressione del governo, nonché della concorrente Virgin Media,
azienda della tv via cavo che ha anche una rete per lil broadband,
ha spinto Bt a ampliare i piani sulla copertura del suo network.
Nel frattempo, la battaglia si è infiammata anche sul fronte dei
prezzi: a gennaio il gruppo guidato da Livingston ha cominciato a
vendere l’accesso ad Internet ultra-veloce al mercato consumer
con piani tariffari molto aggressivi volti ad accrescere il suo
market share.
La quota di Bt sul mercato broadband è più piccola di molte delle
altre leader europee della telefonia fissa perché in Uk la
concorrenza è fortissima. Il progetto di portare la rete al 66%
delle case dovrebbe anche accrescere le chance di Bt di siglare
contratti wholesale con le rivali. Ed è proprio questo il nodo del
programma: secondo gli analisti, Bt avrà difficoltà a realizzare
un ritorno sull’investimento se le altre telecom British Sky
Broadcasting e TalkTalk non stringeranno accordi per affittare la
capacità sulla sua infrastruttura.