LA VERTENZA

Teleperformance: niente esuberi, via ai contratti di solidarietà

Siglata l’intesa tra azienda di call center e i sindacati: scongiurato lo spin off delle sedi di Taranto e Roma. Salvi oltre 1800 posti di lavoro. L’Ad Gabriele Piva: “Ottimo accordo, ora puntiamo a rilanciare la società”

Pubblicato il 29 Lug 2015

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Nessun ridimensionamento, né cessione dei call center di Taranto e Roma di Teleperformance. Azienda e sindacati ieri sera a tarda ora hanno raggiunto al ministero del Lavoro un accordo per l’applicazione dei contratti di solidarietà per un anno. Saranno i 1.881 addetti a tempo indeterminato impiegati nelle due sedi. La solidarietà avrà una percentuale di applicazione del 31,7% . Teleperformance aveva annunciato 627 esuberi che ora, ad intesa raggiunta vengono “neutralizzati”.

“Abbiamo firmato un buon accordo – dice l’Ad di Teleperformance Italia, Gabriele Piva – L’intesa si compone di due parti. La prima è l’accordo quadro col ministero del Lavoro per l’accesso ai contratti di solidarietà, il secondo con i sindacati per un percorso che, attraverso una serie di azioni, migliori l’efficienza dell’azienda e la rilanci sul mercato. L’accordo sulla solidarietà verrà definito negli ulteriori dettagli in un nuovo incontro che si terrà venerdì all’Unione industriali del Lazio, mentre per il confronto azienda-sindacati le parti si sono date un nuovo appuntamento a settembre”.

“Il ricorso alla solidarietà – aggiunge Piva – è per un anno ma noi vogliamo uscirne prima e senza esuberi strutturali perché, nel
frattempo, contiamo di centrare l’obiettivo di risanare e rilanciare l’azienda. La solidarietà, infatti, prevede una riduzione salariale per i lavoratori a fronte di minori ore di lavoro, noi, invece vogliamo che l’azienda abbia più lavoro e sia più solida sul mercato”.

Valutazioni postive da parte dei sindacati sull’accordo perché “si evitano tagli occupazionali in una realtà come Taranto segnata dalla crisi, dove Teleperformance è la seconda fonte di lavoro dopo l’Ilva”.

Teleperformance nei mesi scorsi aveva chiesto ai sindacati di rinnovare l’accordo, scaduto a giugno e durato due anni, basato su una serie di tagli su voci dello stipendio, nonché di introdurre più flessibilità per venire incontro alle richieste dei committenti. Teleperformance ha poi dichiarato per il call center di Taranto una perdita di 8 milioni nel 2014 ed evidenziato che dal 2009-2010 ad oggi sono stati sborsati dall’azionista 25 milioni tra copertura delle perdite e ricostituzione del capitale sociale.

Qualora non ci fosse stato l’accordo con i sindacati, Teleperformance – questo l’annuncio fatto dalla società mesi fa – avrebbe attuato un piano di societarizzazione. Prevedeva che l’unico call center con i conti a posto, quello di Roma-Parco Leonardo, sarebbe confluito in una newco mentre quelli di Taranto e Roma-via di Priscilla, in quanto in perdita, sarebbero rimasti con l’assetto attuale per essere poi messi sul mercato e venduti. I sindacati si sono opposti alle proposte aziendali e da qui è cominciato un negoziato conclusosi ieri a tarda ora al ministero del Lavoro.

“La soluzione dei contratti di solidarietà – annuncia Piva – si è resa disponibile solo nell’ultima settimana perché sono stati rifinanziati”. “Il nostro settore – aggiunge Piva – oggi registra una contrazione dei volumi ed una forte pressione sui prezzi perché soggetto a fenomeni di dumping. Il ministero del Lavoro si è impegnato ad intervenire sul fenomeno delle gare al massimo ribasso con l’obiettivo di creare condizioni uguali e migliori per tutti gli operatori”. Con l’accordo al ministero del Lavoro, si stoppa anche il piano di societarizzazione.

Per il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, è stato raggiunto “un accordo importante che evita la dichiarazione di esuberi strutturali”. “Salvaguardia dell’occupazione – dichiara Bellanova – ma anche un impegno su un fronte più ampio, in grado di scommettere sulla possibilità di conciliare la crescita con una buona gestione dei tempi di vita e di lavoro per un’azienda a così forte prevalenza femminile”. Per il sottosegretario al Lavoro, “l’accordo quadro sottoscritto arriva in alternativa alla societarizzazione prevista dall’azienda e alla flessibilità extracontrattuale”.

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