LA RECENSIONE

Maurizio Matteo Dècina racconta l’Italia digitale

Il “Banda larga- Opportunità e pericoli dell’Italia digitale” ha già venduto 5mila copie. Riflettori sulla privatizzazione di Telecom Italia e sullo sviluppo di Internet

Pubblicato il 30 Lug 2015

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La “Banda larga- Opportunità e pericoli dell’Italia digitale” è il titolo del nuovo libro di Maurizio Matteo Dècina (Castelvecchi editore), presentato presso le aule della Camera dal Movimento Cinque Stelle, che ha preso subito in consegna sotto la sua ala protettiva un libro ritenuto dal popolo grillino un punto di riferimento per interpretare non solo il caso Telecom, ma anche la dinamica del settore dagli anni 90 ad oggi, tanto da annunciare la proposta di una commissione di inchiesta. Alla presenza di Vito Gamberale, principale relatore, e alla presenza di una parte del top managment della leggendaria Sip Telecom anni 90 (De Julio, Casale, Chirichigno) sono stati discussi i temi della privatizzazione, delle successioni azionarie fino all’arrivo del re dei media Bollorè. Il libro ha suscitato interesse anche per una seconda parte inedita che parla per la prima volta dei pericoli di una rete che ora inizia a fare paura. (discoccupazione tecnologica, cybervalute, libertà vigilata…)

“Se nel futuro prossimo non ci saranno delle regole precise potremmo assistere a una rapida e brutale degenerazione del web, anche per la quantità di informazioni e applicazioni inutili che inquinano in tutti i sensi la vita umana. Il concetto stesso di democrazia è messo in pericolo da tutti quegli operatori che agiscono indisturbati sotto la tutela di quei poteri che utilizzano la rete per scopi quali spionaggio, controllo delle informazioni o riciclaggio di denaro. Non bisogna infatti mai scordare che il web è stato inventato per scopi militari, e in quanto tale dovrebbe essere sempre monitorato dagli Stati sovrani”.

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