Wall Street ha punito duramente questo trimestre le aziende hitech i cui risultati non sono stati all’altezza delle aspettative degli investitori: Twitter, LinkedIn, Yelp, Baidu sono tra le aziende le cui azioni hanno subito un forte calo – almeno il 10% – nei giorni scorsi dopo la pubblicazione di trimestrali al di sotto delle previsioni. Ma anche Ibm, il produttore di chip Micron Technology e Microsoft hanno perso ciascuna almeno 4 miliardi di dollari del loro valore di mercato lo scorso mese.
Nonostante la crescita economica ancora a singhiozzo, gli investitori hanno per il settore hitech alte aspettative. In realtà l’industria ha nel suo complesso fatto bene: le aziende tecnologiche hanno visto in media crescere i loro utili nel secondo trimestre più del previsto e quelle all’interno dell’indice S&P 500 hanno subito riduzioni dei profitti inferiori a quanto temuto. Tuttavia, le aziende che si sono scostate da questi trend medi tendono ad essere duramente punite dal mercato, nota il Wall Street Journal.
Infatti, nel secondo trimestre, le azioni delle aziende hitech dell’S&P 500 che hanno mancato le attese di Wall Street su utili e ricavi sono rimaste di 7,2 punti percentuali dietro al valore medio dell’indice S&P mentre prima di pubblicare la trimestrale erano indietro di 4,2 punti, rivela un’analisi di RBC Capital Markets.
Particolarmente “punite” le aziende che gli investitori avevano invece fortemente premiato finora: gli entusiasmi si smorzano e molti si chiedono se certe aziende hitech siano sopravvalutate e temono gli effetti di una crescita economica ancora debole e del dollaro forte, che limita i guadagni sulle vendite al di fuori degli Stati Uniti.
Al contrario, le aziende che mettono a segno tassi di crescita a due cifre nelle loro revenues e i cui utili tengono sono ampiamente premiate, come dimostra il fatto che il Nasdaq Composite Index è cresciuto dell’8,3% quest’anno e ha battuto diversi record a luglio. Tra le aziende che ancora entusiasmano gli investitori ci sono Amazon, Google e Netflix (che dopo la pubblicazione dell’ultima trimestrale hanno registrato guadagni a due cifre in Borsa), anche se qualcuno si chiede se i ritmi di crescita siano sostenibili nel tempo.
Al contrario, la trimestrale considerata “deludenti” dal mercato è costata a Twitter un calo del titolo del 15%, Yelp ha subito una perdita del 25% dopo aver detto che si aspetta un rallentamento della crescita delle revenues per il resto dell’anno, LinkedIn ha perso l’11% dopo che i risultati hanno portato alla luce possibili difficoltà nel core businesses, e le azioni di Baidu hanno subito un calo del 15% nonostante l’aumento del fatturato del 38% perché gli investitori si preoccupano del boom delle spese. Ancora, Ibm ha perso il 5,9% lo scorso mese nonostante la crescita degli utili perché le revenues sono scese per il 13mo trimestre consecutivo e hanno mancano le attese degli analisti.
“Le aspettative per le tech companies questo trimestre erano altissime,” commenta Darrell Cronk, presidente di Wells Fargo Investment Institute. “Quando le aspettative sono deluse, le aziende che non sono andate bene vengono punite molto duramente”.
Se “non c’è crescita, se si perdono quote di mercato o il prodotto di punta non migliora, si manda un messaggio negativo agli investitori”, spiega Bob Browne, chief investment officer di Northern Trust, “soprattutto se la crescita economica resta così timida”.