La trimestrale di Samsung Electronics che ha messo ancora una volta in evidenza la profonda crisi della sua divisione mobile scatena le preoccupazioni degli investitori e innesca analisi e previsioni da parte degli osservatori del mercato. Il colosso sud-coreano non è davvero più in grado di tenere testa alla concorrenza di Apple e dei produttori cinesi?
In effetti sembra proprio che il vendor di Seul si trovi stretto in una morsa tra chi le sottrae quote di mercato (e soprattutto guadagni) sulla fascia alta e chi le erode tutto lo share sulla fascia bassa. Negli scorsi quattro anni Samsung ha goduto dei frutti del successo della linea degli smartphone Galaxy, in diretta competizione con Apple sul segmento premium dei cellulari, ma la situazione oggi è molto cambiata e gli analisti temono che i prossimi anni saranno sempre più “magri” per il colosso sud-coreano, costretto a tagliare i prezzi dei suoi device e ad accettare margini sempre più ristretti per tener testa alla concorrenza delle agguerrite rivali cinesi Huawei Technologies e Xiaomi che avanzano con passi da gigante sulla fascia media e bassa del mercato.
Secondo alcuni osservatori, uno dei problemi di Samsung sta proprio nel fatto di essersi affidata allo stesso sistema operativo Android che usano le sue rivali low-cost (ma i cui cellulari sono sempre più dotati di funzionalità).
“I vendor di cellulari premium Android lo dovevano capire da tempo: non appena i device low end sarebbero diventati ‘abbastanza buoni’ nessuno avrebbe più comprato un marchio premium”, sottolinea Ben Thompson, analista di Stratechery.com a Taipei.
L’avanzata delle cinesi sembra inarrestabile: i dati appena pubblicati da Strategy Analytics (relativi al secondo trimestre 2015) confermano che Huawei è il terzo produttore mondiale di smartphone, con un market share del 7%, dietro Apple (10,9% dello share globale) e Samsung (20,5%). Da notare che Samsung ha perso quote rispetto a un anno prima (quando controllava il 22,3% del mercato) mentre sia Apple che Huawei sono cresciute; quest’ultima ha scalzato Microsoft dalla terza posizione relegandola alla quarta, mentre al quinto posto avanza un’altra cinese, Xiaomi, che in un anno è passata dal 3,5% al 4,6% del mercato.
Huawei ha già totalizzato 48,2 milioni di unità distribuite dall’inizio dell’anno, il 39% in più rispetto allo scorso anno, con ricavi pari a 7,23 miliardi di dollari, in crescita dell’87% rispetto al 2014.
Per Samsung la situazione è ben diversa. Nel secondo trimestre del 2015, i margini della sua divisione mobile sono scesi al 10,6% dal 15,5% di un anno prima, nonostante il lancio ad aprile del Galaxy S6. Nonostante Samsung sia ancora il produttore numero uno di smartphone al mondo è Apple a incassare tutti gli utili: pur se le vendite di smartphone della Mela nell’ultimo trimestre sono state inferiori alle attese del mercato, alcuni analisti stimano che l’americana guadagni da sola il 90%, se non di più, dei profitti dell’intero settore.
Samsung ha annunciato, nel presentare la trimestrale, che continuerà a tentare il rilancio della sua divisione mobile, introducendo telefoni con schermi più grandi e modelli di prezzo economico. Per gli analisti è la mossa giusta: Samsung deve cercare di trarre il massimo da un business che produce comunque introiti consistenti e traina le vendite nella sua divisione componenti. Tuttavia, molti dubitano che Samsung possa competere con Apple sul segmento premium – non almeno se si baserà solo sull’hardware e non introdurrà grandi innovazioni tecnologiche, come nota l’analista di IBK Securities Lee Seung-woo, che prevede che i margini della divisione mobile di Samsung scenderanno al 9,3% quest’anno, il livello più bassi da quando è stato lanciato il primo smartphone Galaxy S nel 2010.
L’analista di Nomura C.W. Chung sostiene però che Samsung possiede ancora le economie di scala per reggere ai colpi delle rivali e pensa che l’industria degli smartphone andrà incontro a una fase di consolidamento simile a quella vissuta dall’industria dei memory chip che proprio Samsung domina. Se Samsung uscirà vincitrice dal consolidamento che si prepara, potrebbe tornare a prosperare e dominare il mercato.