Banda larga negli Usa, la terza via di Genachowski

La Fcc opta per una soluzione-compromesso sulle regole di accesso all’Internet super-veloce. Le telco verranno equiparate alle utilities e nessun obbligo di condivisione della rete con i concorrenti. La proposta al vaglio dei repubblicani

Pubblicato il 12 Mag 2010

Un compromesso per salvare l’ambizioso piano nazionale americano
per la banda larga senza incorrere negli ostacoli legali che
potrebbero frenarlo. Il presidente della Federal communications
commission Julius Genachowski ha fatto sapere che l’agenzia
federale ha ideato un sistema per regolare l’accesso a Internet
ultra-veloce che potrebbe accontentare tutti gli attori coinvolti:
applicherà solo un set limitato di norme ai fornitori della banda
larga. In questo modo la Fcc avrà l’autorità necessaria per
regolare i provider ma non interverrà con “mano pesante”.

Da alcuni mesi l’agenzia federale Usa delle comunicazioni cerca
di sviluppare un nuovo quadro regolatorio e dotarsi dei poteri
necessari per mettere in atto il vasto piano nazionale che dovrà
diffondere negli Stati Uniti le connessioni a Internet
ultra-veloce, raggiungendo anche le aree rurali, e renderle meno
costose per i consumatori. Genachowski spinge anche sul tasto della
"net neutrality" cercando di far approvare regole che
proibiscano alle aziende telefoniche e del cavo di discriminare
alcuni contenuti Internet rispetto ad altri – un’iniziativa che
vede pienamente d’accordo i big della rete come Google e Skype
che temono che i fornitori del broadband finiscano con lo
“smistare” il traffico web, bloccando telefonate, video
streaming e altri servizi in concorrenza col loro core
businesses.



Genachowski è convinto che il nuovo quadro normativo sia
necessario per consentire alla Fcc di andare avanti con i suoi
piani e “sostenere politiche che aumentino la nostra
competitività e preservino Internet come potente piattaforma per
l’innovazione”. Il progetto di Genachowski è di ridefinire il
broadband come servizio di telecomunicazione soggetto agli obblighi
di qualunque carrier di trattare allo stesso modo tutto il traffico
(regole che si applicano anche ad altri servizi pubblici, come le
strade, le reti elettriche o le linee telefoniche). Al tempo stesso
il presidente della Fcc assicura che eviterà di imporre obblighi
più pesanti, come quello di condividere le reti con i
concorrenti.

In questo delicato balletto che cerca di far felici tutti, la Fcc
sottolinea che la sua intenzione è regolare solo le connessioni
Internet, non i servizi online che passano attraverso di esse. Ma
le proposte di Genachowski dovranno essere non solo votate dai
cinque commissari, bensì passare attraverso la ferma opposizione
repubblicana al Congresso, che difende gli interessi delle grandi
aziende telecom e del cavo. E il balletto potrebbe trasformarsi in
battaglia se queste ultime (da At&t a Comcast) decideranno di
opporsi alle decisioni della Fcc in tribunale.

Intanto, i regolatori federali non si fermano, e pensano anche a
nuove regole che imporrebbero alle aziende della telefonia mobile
di avvisare i consumatori se entrano in roaming o se superano i
limiti dell’utilizzo dati previsto dal loro piano tariffario. Lo
scopo di queste regole, spiega la Fcc, è evitare
“bollette-shock” agli utenti: l’ente federale riferisce di
aver ricevuto centinaia di reclami da tutto il Paese che
coinvolgono i maggiori carrier wireless. In questo, la Fcc segue la
strada segnata dall’Unione europea, che esige dagli operatori
mobili di inviare un messaggio ai clienti quando effettuano
chiamate in roaming o si avvicinano al limite dell’uso dati.

L’iniziativa è guidata dalla Consumer task force della Fcc,
impegnata nella messa a punto di più forti misure di protezione
per i consumatori nell’ambito dell’industria telecom.
Separatamente, la Fcc sta anche conducendo un’analisi per capire
se i fornitori della banda larga offrono connessioni Internet con
una velocità reale corrispondente a quella pubblicizzata, anche
qui in linea con indagini che sono state svolte in Europa per fare
chiarezza sul servizio effettivamente offerto agli utenti.

Jeffrey Nelson, portavoce di Verizon Wireless, sottolinea che
l’azienda già fornisce ai suoi clienti la possibilità di
controllare l’utilizzo mensile del cellulare e permette di
modificare retroattivamente il piano tariffario per far fronte a
bollette più salate del previsto. Perciò Verizon non vede perché
il governo abbia bisogno di imporre ai carrier mobili degli
obblighi di legge su pratiche che sono già comuni. Ma i
consumatori sono d’accordo con la Fcc: per la Consumers Union,
"Questa iniziativa è un utile primo passo lungo quello che
speriamo sia un lungo percorso per fornire ai clienti mobili
maggiori protezioni”.

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