ANTITRUST

La Commissione Ue “scagiona” Apple Music

“Nessuna collusione con le etichette”. L’indagine Antitrust era partita ad aprile in vista del lancio del servizio musicale della Mela. L’Europa temeva pressioni su Spotify e gli altri rivali per abbandonare il modello gratuito a favore di quello a pagamento

Pubblicato il 10 Ago 2015

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Nessuna collusione tra Apple e le grandi etichette discografiche in Europa: è questa la conclusione dell’indagine condotta dalla Commissione europea su un possibile comportamento anti-concorrenziale della Mela relativamente al suo prodotto Apple Music. Il timore dell’Ue era che il colosso americano si fosse accordato con i grandi marchi della musica per sostenere la propria l’offerta e mettere nell’angolo i servizi di in streaming concorrenti gratutiti come Spotify e Deezer.

Secondo quanto riporta il sito Re/Code, la Commissione europea non ha trovato prove per confermare accordi illegali atti a sfavorire la concorrenza anche se l’esecutivo Ue ha indicato che continuerà a monitorare il mercato.

Il timore da cui è partita l’inchiesta dell’Ue era che le major discografiche si fossero illegalmente accordate tra di loro o con Apple per fare pressione su Spotify e altri servizi musicali per spingerli a ridurre le opzioni di ascolto gratuite e supportate dalla pubblicità e spostare gli utenti verso i piani in abbonamento, a tutto vantaggio di Apple, il cui servizio musicale è solo a pagamento.

Gli executive dell’industria musicale hanno accusato ovviamente Spotify di aver sollecitato l’inchiesta europea in vista del lancio di Apple Music, anche se le stesse etichette avevano attratto l’attenzione sul tema con pubbliche dichiarazioni contro i servizi gratuiti.

Per la sua indagine l’Ue ha inviato un questionario alle etichette discografiche più importanti – Universal Music Group, Sony Music Entertainment e Warner Music Group, le BIg Three rimaste dopo lo smembramento del quarto colosso del settore Emi Group – in cerca di dettagli sui negoziati in corso con Apple per le licenze, ma non ha riscontrato irregolarità.

Tuttavia, separatamente, la Commissione europea ha chiesto a Spotify e ad altri servizi musicali in streaming informazioni relative all’App Store di Apple per capire se ci sono restrizioni alle app offerte dalla Mela nel suo negozio di applicazioni.

Anche la Federal Trade Commission americana sta indagando sul comportamento di Apple nei confronti della app musicali concorrenti sull’App Store e se tale comportamento stia violando le norme antitrust degli Stati Uniti.

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