La Cisl punta sulla trasparenza online per arginare lo scandalo dei mega-stipendi. Commentando in un’intervista a Repubblica la “black list” pubblicata dall’ex sindacalista Fausto Scandola nella quale si denunciano stipendi che sfiorano i 300mila euro l’anno, la segretaria generale Anna Maria Furlan annuncia che le retribuzioni verranno “tutte pubblicate su Internet”.
Il mini-dossier firmato di Scandola sta creando più di un imbarazzo al sindacato cattolico. “I nostri rappresentanti e dirigenti ai massimi livelli nazionali della Cisl – scrive Scandola – si possono ancora considerare rappresentanti sindacali dei soci finanziatori, lavoratori dipendenti e pensionati? I loro comportamenti, lo svolgere dei loro ruoli, come gestiscono il potere, si possono ancora considerare da esempio e guida della nostra associazione che punta a curare gli interessi dei lavoratori? “.
Ecco qualche nome e cifra in lista: Antonino Sorgi, presidente nazionale dell’Inas Cisl, nel 2014 si è portato a casa 256mila euro lordi: 77.969,71 euro di pensione, 100.123,00 euro di compenso Inas e 77.957,00 euro come compenso Inas immobiliare. Valeriano Canepari, ex presidente Caf Cisl Nazionale, nel 2013 ha messo insieme 97.170,00 euro di pensione, più 192.071,00 euro a capo della Usr Cisl Emilia Romagna: totale annuo, 289.241,00 euro. Ermenegildo Bonfanti, segretario generale nazionale Fnp Cisl, 225mila euro in un anno, di cui 143mila di pensione. Pierangelo Raineri, gran capo della Fisascat Cisl, 237 mila euro grazie anche ai gettoni di presenza in Enasarco, più moglie e figlio assunti in enti collegati alla stessa Cisl.
Nell’intervista rilasciata a Repubblica, Furlan elenca anche gli altri rimedi adotatti dal sindacato. “L’organizzazione aveva bisogno di nuove regole e se le è date con il regolamento approvato il 9 luglio che entrerà pienamente in vigore il 30 settembre – spiega – Escluse d’ora in poi le possibilità di cumulo delle indennità. Abbiamo imboccato la strada della trasparenza e la completeremo con l’assemblea di organizzazione di novembre”.
“Intanto questo regolamento è obbligatorio e non indicativo come il precedente – puntualizza – A partire dalla fine di settembre mandaremo gli ispettori a verificare che sia stato effettivamente applicato”, sottolinea ancora Furlan. All’assemblea di novembre, aggiunge, “cambieremo sistema. Destineremo il 70% delle nostre entrate ai territori e ai sindacalisti che lavorano nelle fabbriche. Per coerenza: siamo un sindacato che propone di privilegiare i contratti territoriali e aziendali ed è giusto che spostiamo lì le nostre risorse”.