SCENARI

Il Byod rischia il flop nell’e-health

I dati personali non sono abbastanza al sicuro. E così sono sempre di più le strutture ospedaliere che stanno tornando ai device aziendali per impedire fughe di informazioni sensibili. Ma si va alla ricerca di una terza via: servono terminali in grado di gestire le nuove app

Pubblicato il 11 Ago 2015

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Il Byod è troppo rischioso nelle aziende sanitarie. Ospedali, cliniche e altre strutture, pubbliche o private, che gestiscono dati sensibili relativi a terapie e stato di salute delle persone si trovano di fronte a troppe difficoltà nel gestire l’utilizzo da parte dei dipendenti dei device personali per motivi di lavoro. Le problematiche vanno dai rischi per la sicurezza dei dati all’incremento dei costi. Di conseguenza un numero crescente di aziende del settore sanitario sta abbandonando i programmi di gestione del Byod e ha scelto di vietare i device personali per usi legati al lavoro. Lo nota un sondaggio appena pubblicato da Spok, fornitore di soluzioni di comunicazione per l’healthcare, condotto tra più di 450 organizzazioni dell’healthcare del Nord America.

Secondo i ricercatori, sono tre le grandi sfide per il Byod nella sanità: sicurezza dei dati, infrastruttura wi-fi e supporto It per gli utenti. Questi timori fanno sì che ora sia il 75% delle aziende sanitarie nord-americane a consentire il Byod in qualche forma, contro l’88% che lo permetteva un anno fa.

L’81% delle organizzazioni che non permette il Byod cita la sicurezza dei dati come motivo primario; il 38% parla di difficoltà del supporto It per device che non sono aziendali; per il 26% c’è anche il problema rappresentato dai maggiori costi per la gestione dei device mobili e le misure di sicurezza.

Si è ridotto quindi l’uso dei device personali per scopi legati al lavoro, mentre i device mobili “aziendali” sono più diffusi: circa il 52% di tablet e smartphone oggi impiegati negli ospedali è fornito dall’azienda, in aumento del 7% rispetto all’anno scorso.

“Dato che è molto complesso e delicato gestire le informazioni sensibili e protette dei pazienti, non sorprende che un numero crescente di aziende scelga semplicemente di eliminare i device personali dal mix di strumenti mobile che si possono usare per lavoro”, si legge nel report. “In questo modo si cerca di mantenere il controllo sui dati e sulla privacy dei pazienti”.

Ma se il motivo principale del calo nell’utilizzo del Byod nelle strutture sanitarie sono i più severi regolamenti che proteggono la privacy dei pazienti, conta anche la necessità di utilizzare in questi ambienti dei device specializzati: smartphone e tablet di tipo consumer non sono sempre adatti agli impeghi specifici dell’healthcare, nota Spok.

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