Gartner: “Il monopolio dell’IT ha i giorni contati”

In aumento le competenze digitali dei dipendenti aziendali. E spesso le singole funzioni di business sono in grado di gestire in autonomia la spesa tecnologica. “La consumerizzazione è realtà. Le aziende hanno bisogno di ‘leader’ dell’IT e non di ‘controllori’. I responsabili IT si adeguino o si autoelimineranno”

Pubblicato il 20 Ago 2015

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L’integrazione del digitale nella maggior parte dei processi lavorativi sta conducendo progressivamente verso la digitalizzazione totale dei dipendenti. Una rivoluzione senza precedenti che di fatto consacrerà la digitalizzazione a ingrediente chiave dei più svariati modelli di business. “Il livello di digitalizzazione dei dipendenti sta aumentando anche in termini di destrezza”, spiega Matt Cain, research vice president di Gartner. “La maggior parte dei lavoratori è ormai abituata ad attivare e a connettersi alle reti wireless, a gestire più di un dispositivo e a connettere più device fra loro, a usare app e web services. Di fatto la tecnologia è diventata una sorta di routine, uno strumento per velocizzare operazioni e migliorare la vita personale e quella lavorativa”.

Sono numerose, secondo Gartner, le modalità con cui le organizzazioni IT possono far emergere le “capacità” digitali dei propri dipendenti. Per cominciare, sottolinea la società di analisi, bisogna mettere a punto una strategia per dare vita a sedi lavorative digitali, ossia a luoghi che “ricalcano” l’ambiente consumer. “La maggior parte delle aziende opera in maniera sconnessa attraverso singoli progetti, come ad esempio quelli legati al mobile o ai social. Sono poche le realtà che hanno una visione strategica basata su un’attenta analisi di business della consumerizzazione in modo da poter implementare sinergie fra le diverse business unit”, evidenzia Gartner.

La disponibilità di strumenti digitali aumenta in maniera esponenziale la condivisione di informazioni. Per le Risorse umane, ad esempio, un corretto uso degli strumenti tecnologici può aiutare a sviluppare iniziative che siano rivolte al miglioramento della cultura aziendale, all’autonomia decisionale, all’equilibrio della vita lavorativa, e soprattutto al riconoscimento e alla crescita di ciascun lavoratore. “Gli IT leader sono nella posizione ottimale per indirizzare e aggregare strategicamente iniziative di business che appaiono disconnesse e che riguardano dipendenti, ma anche partner e clienti. Il filo che tiene unito il tutto è la consumerizzazione della tecnologia. E se si fallisce su questo fronte i responsabili dell’IT si auto-emargineranno”, fa notare Cain.

“Abbracciare” l’ombra IT, è secondo Gartner, una necessità più che un suggerimento: la spesa IT, di qui ai prossimi anni, uscirà dai confini dei budget consolidati. “L’ombra IT” è un modo di dire usato per descrivere le modalità in cui le business uniti acquistano, possiedono e gestiscono le risorse IT con poca o zero assistenza da parte del gruppo IT. Molti dipartimenti IT considerano l’ombra IT inefficiente e persino fonte di rischio e ritengono il loro ruolo indispensabile per contenere ed evitare i danni: un approccio non solo futile – evidenzia Gartner – ma che dimostra il rifiuto di mettere in luce le capacità personali nei posti di lavoro.

“Gli investimenti della cosiddetta ombra IT già oggi possono arrivare a superare del 30% del totale della spesa IT. Ed è una fetta destinata a crescere sull’onda della domanda crescente per nuove app e servizi che consentono di sfruttare le opportunità offerte dal digitale. Al contempo i servizi cloud diventeranno maturi e aumenterà la quantità di dipendenti in grado di accedere alle risorse e anche di saperle utilizzare al fine di individuare la soluzione IT che di volta in volta meglio risponde alle specifiche esigenze”. Piuttosto che combattere la “marea” che avanza – suggerisce la società di analisi – la strada è quella di sviluppare una cornice operativa all’interno della quale le singole business unit ma soprattutto i singoli dipendenti possano reperire la soluzione tecnologica più adeguata. Solo in questo modo la struttura IT può diventare leader e posizionarsi come un business partner e un consulente che non agisce per tenere sotto controllo le scelte tecnologiche, ma le rende di volta in volta funzionali all’obiettivo.

Last but not least, Gartner accende i riflettori sul cosiddetto approccio “bimodale”: “Per venire incontro alle evoluzioni, sempre più veloci, dei business e fare fronte a dinamiche della forza lavoro anch’esse in continuo combiamenti bisogna adottare un approccio bimodale nei confronti delle IT operations”. In concreto è necessario tenere separati l’avversione a rischiare, ossia ad abbandonare metodi IT tradizionali, dalla domanda sempre più frenetica di digiatl business che è sostenuta all’interno degli stessi luoghi di lavoro. Questa doppia modalità è essenziale per soddisfare l’esigenza di avere all’interno delle aziende personale sempre più competente sul fronte digitale ma anche di salvaguardare le infrastrutture e i servizi IT. Secondo Gartner, le aziende dovrebbero guardare sempre di più alle tecnologie emergenti e in particolare a quelle che consentono di ottenere vantaggi competitivi.

“Chi adotta le tecnologie digitali e consente ai dipendenti di acquisire competenze in tal senso inevitabilmente migliorerà i risultati di business e otterrà vantaggi competitivi”, ne è sicuro Cain. “La chiave però sta nell’assicurarsi che i dipendenti vogliano abbracciare le nuove tecnologie e che non le approccino con un atteggiamento restio”.

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