Pronti a criptare i canali Mediaset su Sky dal 7 settembre a meno che non si trovi un accordo sui diritti di trasmissione. Dopo le scintille per i diritti della Champions passati per tre anni in esclusiva a Mediaset, si apre con un annuncio che sta passando in questi giorni anche in tv il nuovo capitolo della guerra tra Sky e Mediaset. Anche se questa volta, l’intimazione da parte del Biscione – la lettera di richiesta formale per il riconoscimento dei diritti è già stata inviata alla tv di Murdoch – appare più che altro come la richiesta a gran voce di sedersi ad un tavolo per trattare.
Il tema, non nuovo, è quello dei diritti di trasmissione dei programmi in chiaro, quelli che in gergo vengono chiamati “retransmission fees”, ovvero i soldi che Mediaset ritiene di dover avere da Sky per concedergli di includere nel suo bouquet Canale 5, Rete 4 e Italia 1. Un tema affrontato anche dalla Rai e sul quale c’è stata a marzo una delibera dell’Agcom riservata al servizio pubblico. All’estero del resto i retransmission fees sono una cosa concreta. Negli Stati Uniti sono anzi tra le maggiori voci di ricavi per le reti televisive produttrici di contenuti, in Gran Bretagna le tv in chiaro stanno chiedendo 200 milioni di sterline all’ anno alle pay, in Germania vengono riconosciuti già oltre 100 milioni di euro.
E proprio sulla scorta di questi esempi esteri, e prendendo spunto dalla delibera dell’Agcom sulla Rai, Mediaset già da luglio aveva apertamente dichiarato l’intenzione di andare a fondo sulla cosa: “faremo valere i nostri diritti con atti formali, abbiamo un approccio che si svilupperà nelle prossime settimane”, aveva anticipato il consigliere di amministrazione di Mediaset Gina Nieri, sottolineando che Cologno Monzese chiede da tempo a Sky “che continua a includere le nostre reti gratuite nella propria offerta, un accordo di retransmission fees, pratica consolidata sia negli Stati Uniti sia in Europa”.
Un’intimazione a trovare un’intesa, insomma, che oggi si ripete con una scadenza precisa fissata al 7 settembre, con Mediaset che in sostanza chiede a Sky di sedersi a un tavolo per trattare. Il colpo di cannone è partito. Anche se Sky, che alla lettera formale di Mediaset pare non abbia risposto, sembra non preoccuparsi. Nei corridoi del quartier generale della tv di Murdoch, si raccoglie solo un commento informale sul filo dell’ironia: “contenti loro…”. Il riferimento è alla perdita d’ascolto (e di introiti pubblicitari) che l’eventuale criptaggio potrebbe determinare per Mediaset e Publitalia, e alla facilità con cui ormai, nei televisori di nuova generazione, è possibile passare dal satellite al digitale terrestre. Anche se nei corridoi di Mediaset c’è chi invece fa notare che Canale 5 è il canale più visto di Sky. Tant’è, in mezzo ci sono i consumatori. Che comunque vada potranno continuare a seguire i canali Mediaset sul digitale terrestre o tvsat.