Airbnb ha annunciato di aver raggiunto un accordo con Parigi per cominciare raccogliere la tassa di soggiorno sui canoni di affitto in città. L’azienda di San Francisco lo fa già nella sua città natale e a Portland (Oregon), ma il nuovo accordo si annuncia fondamentale perché la capitale francese è il più grande mercato per il sito di sharing.
A differenza di Uber, che ha adottato un approccio conflittuale con i regolatori nei diversi Paesi, Airbnb sta tentando di utilizzare una strategia più collegiale di negoziazione. L’app degli autisti ha infatti innescato un duro braccio di ferro con le istituzioni francesi che ha portato molte manifestazioni di protesta da parte dei tassisti e alla decisione della società di sospendere il servizio in Francia.
Per il momento, questa strategia più collaborativa sta portando i propri frutti: Airbnb si augura che l’accordo di Parigi renderà più graditi i propri servizi in questo importante mercato. La sua presenza in città era stata accompagnata da non poche voci critiche: in particolare, alcuni residenti avevano protestato perché i loro quartieri si stavano trasformando da residenziali a mete turistiche transitorie a causa del servizio della società.
Con la raccolta di tasse, a partire dal 1° ottobre, l’azienda può probabilmente farne un argomento forte sostenendo che sta contribuendo positivamente alle economie di Parigi e della Francia. Airbnb ha detto inoltre che continuerà ad espandere la politica di riscossione delle imposte in altre città francesi.