Dal prossimo mese sarà vita dura per la pubblicità web via smartphone: con la nuova versione del suo sistema operativo iOS, Apple darà via libera all’integrazione di sistemi blocca-spot nel browser Safari. Per la prima volta, quindi, potremo navigare sul web via iPhone e iPad senza vedere pubblicità web.
Le implicazioni sono numerose. Da una parte, si apre una minaccia di inedite proporzioni per il mercato pubblicitario digitale. Dall’altra, possiamo considerarla come un’arma definitiva caricata da Apple contro il super rivale Google, che gestisce il sistema operativo Android.
I programmi che bloccano la pubblicità nel browser (Adblock Plus è tra i più famosi) sono già da tempo un pericolo per questo mercato e lo diventano sempre più: secondo uno studio Adobe/Pagefair, gli utenti che li usano sono cresciuti del 40 per cento a giugno rispetto all’anno prima, a quota 198 milioni. Finora però hanno colpito molto poco il business della pubblicità mobile, poiché funzionano male su Android e non sono abilitati su iPhone. La mossa di Apple porta insomma a nuovi livelli questa minaccia, tanto che secondo l’osservatorio Wells Fargo i danni complessivi al mercato pubblicitario, causati da questi software (su computer e smarthpone) arriveranno a 12,5 miliardi di dollari nel 2016.
D’altro canto, è nota l’avversione di Apple per il business pubblicitario di Google. Il ceo Tim Cook non perde occasione per stigmatizzarlo, segnando così la differenza rispetto ai prodotti Apple, che sarebbero più rispettosi della privacy degli utenti. La tesi è che Apple non ha bisogno di metterla a rischio dato che guadagna dalla vendita dell’hardware e non dalla pubblicità.
Apple tuttavia, con il nuovo sistema iOS9, consentirà agli sviluppatori di creare sistemi per bloccare la pubblicità solo nel browser. Quella all’interno delle app resterà salvaguardata. Apple giustifica questa differenza di trattamento notando che solo la pubblicità web danneggia prestazioni e durata della batteria, su cellulare. Tutelare l’altro tipo pubblicità fa comunque gli interessi di Apple. E’ infatti una fonte di sostentamento per molti sviluppatori che popolano di app il suo stesso negozio e che quindi portano valore all’ecosistema dei prodotti.