No alla solidarietà espansiva e linea dura sul telecontrollo. Domani il Consiglio dei ministri licenzierà in via definitiva agli ultimi quattro decreti attuativi del Jobs act che andranno a completare la riforma economica chiave del suo esecutivo, quella sul mercato del lavoro. Stando a quanto risulta a CorCom resteranno a bocca asciutta Telecom Italia e alcune altre aziende che con insistenza avevano chiesto all’esecutivo di finanziare la cosiddetta solidarietà espansiva, ovvero una riduzione dell’orario di lavoro e della retribuzione di alcuni dipendenti per favorire nuove assunzioni. In sostanza, si chiedeva che lo Stato integrasse in parte la decurtazione di stipendio e di orario che il lavoratore, prevalentemente vicino alla pensione, avrebbe sopportato per fare spazio ai nuovi arrivati. “La norma non è stata introdotta perché troppo onerosa, fanno sapere dal governo”, fanno sapere da Palazzo Chigi.
“Alcune grandi aziende ci chiedevano incentivi per i lavoratori, una sorta di cig, che integrasse la retribuzione mancante, ma il costo stimato era di alcune decine di migliaia di euro per ciascuno. La Ragioneria avrebbe bocciato la misura”, ha spiegato a Reuters Stefano Sacchi, consulente del ministero del Welfare sugli ammortizzatori sociali e docente alla Statale di Milano. Nel provvedimento c’è solo, “rinfrescata”, la vecchia norma che prevede incentivi alle imprese e non ai lavoratori, ha aggiunto Sacchi.
Telecom Italia, nei mesi scorsi, aveva annunciato 4mila nuove assunzioni subordinale però all’erogazione delle risorse per la solidarietà espansiva tanto che il presidente Giuseppe Recchi aveva evidenziato la possibilità che il piano di crescita occupazionale fosse a rischio senza questi fondi.
“Il nostro impegno è di assumere 4mila persone per rinnovare il capitale umano. Bisogna che le leggi accompagnino lo sforzo dell’azienda, se le leggi non sono adeguate non possiamo fare cose impossibili, ci sarebbero 4.000 posti persi”, ricordava il presidente di Telecom, rispondendo alla domanda sul rischio che non ci siano, nei decreti attuativi del Jobs act le coperture per finanziare la solidarietà espansiva necessaria ad aziende come Telecom Italia per attuare le assunzioni promesse.
“Perdere l’opportunità – aggiungeva Recchi – di 4mila nuovi talenti lo trovo deleterio per il Paese e per noi”. Telecom non è la sola azienda interessata alla solidarietà espansiva, ma come ha chiarito Recchi, è quella che ha messo in campo il maggior numero di assunzioni.
Anche i sindacati di categoria aveva lanciato l’allarme assunzioni in Telecom. “Sarebbe grave non intervenire nel decreto di riforma degli ammortizzatori sociali sulla modifica ai contratti di solidarietà espansiva così come previsto dal Jobs Act – sottolineava Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil – Questo intervento potrebbe essere uno dei pochi finalizzati a realizzare politiche attive del lavoro. A differenza della decontribuzione prevista dalla Legge di stabilità e dal contratto a tutele crescenti, le modifiche alla solidarietà espansiva consentirebbero assunzioni vere da realizzarsi proprio in quelle fasce d’età con tassi di disoccupazione elevatissima”.