STRATEGIE

Vivendi, Bolloré “l’accentratore” fa fuori il ceo di Canal Plus

Il manager francese diventa presidente del gruppo televisivo mentre l’attuale Ad, Bertrand Meheut, lascia la poltrona a Jean-Christophe Thiery

Pubblicato il 03 Set 2015

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Vincent Bolloré, presidente e maggior azionista singolo di Vivendi, ha licenziato l’amministratore delegato di Canal Plus, rafforzando ulteriormente il controllo sul gruppo di pay-tv. Nello specifico Jean-Christophe Thiery, da diversi anni nella holding della famiglia Bolloré, prenderà le redini di Canal Plus, rimpiazzando l’attuale Ceo Bertrand Meheut che diventerà consigliere speciale di Bolloré. Quest’ultimo ha inoltre assunto l’incarico di presidente del gruppo televisivo, in sostituzione di Arnaud de Puyfontaine che resterà amministratore delegato di Vivendi.

Le modifiche mettono in evidenza la velocità con cui il miliardario francese sta esercitando un sempre maggiore controllo delle attività di Vivendi, da quando lo scorso anno ha preso il comando del conglomerato di media. Bolloré ha infatti aumentato la propria partecipazione a circa il 15%.

E le grandi manovre per diventare media company globale non si fermano qui. Vivendi “è in negoziazione esclusiva per diventare azionista di minoranza del futuro terzo gruppo mondiale di produzione di contenuti tv che nascerà dalla fusione tra Banijay e Zodiak“. La notizia emerge dalla nota sulla semestrale del gruppo transalpino. L’ingresso di Vivendi nel gruppo permetterebbe alla società di entrare in un nuovo tipo di business nel settore dei media. Banijay è stata fondata nel 2008 dall’ex numero uno di Endemol in Francia, Stephane Courbit, e vede come amministratore delegato l’italiano Marco Bassetti, anche lui ex Endemol e che guiderà la nuova entità. Tra i soci di Banijay, oltre alla Lov di Courbit, ci sono Bernard Arnault del gruppo Lvmh, la famiglia Agnelli tramite Exor e con il 17% la DeAgostini, che possiede anche Zodiak. La fusione tra Banijay e Zodiak portera’ alla creazione di una societa’ da 1 miliardo di euro di fatturato, terza al mondo nella creazione di contenuti tv alle spalle di Endemol-Shine e Fremantle.

Vivendi ha chiuso il semestre con un fatturato in crescita dell’8,3% a 5,095 miliardi e un utile netto rettificato in crescita del 30% a 329 milioni di euro, ”grazie alla crescita del risultato operativo adjusted, riduzione dei costi aumento finanziari e proventi da investimenti finanziari, nonostante un onere fiscale supplementare sui risultati”. L’utile di pertinenza del gruppo di 1,991 miliardi (+4,1%). I proventi netti da attività interrotte o destinate alla vendita, precisa una nota, sono stati pari a 1279 milioni di euro e comprendono essenzialmente la plusvalenza derivante dalla cessione di Gvt per 1.818 milioni.

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