JOBS ACT

Telecom Italia, in vista ridimensionamento piano assunzioni

La mancata approvazione della solidarietà espansiva nei decreti del Jobs Act potrebbe portare la compagnia a ridimensionare i 4mila nuovi ingressi annunciati nei mesi scorsi

Pubblicato il 04 Set 2015

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Molto probabilmente, nell’incontro previsto lunedì al ministero per lo Sviluppo Economico con i sindacati, Telecom Italia sarà costretta a riparametrare il previsto piano di 4mila nuove assunzioni. Ad annunciarlo, in una pausa del Forum Ambrosetti in corso a Cernobbio, è stato il presidente del Gruppo Giuseppe Recchi, che ha legato questo probabile ridimensionamento alla mancata approvazione della cosiddetta “solidarietà espansiva” all’interno del Jobs Act. “La solidarietà espansiva sarebbe stato un modo per creare nuove assunzioni, in una società che ha bisogno anche di un ricambio generazionale importante, perché la nostra età media è figlia di questa crisi e del blocco delle assunzioni – ha spiegato Recchi – Dobbiamo portare nuove energie, nuovi talenti e nuove competenze in azienda, ma tutto quello che facciamo deve essere economicamente sostenibile”. Alla domanda se quindi bisognerà rivedere al ribasso il piano di 4 mila nuove assunzioni, Recchi ha risposto: “Vedremo lunedi’ cosa si può fare. Si dovrà probabilmente ridimensionare il piano nei tempi e nei modi”.

Telecom Italia e alcune altre aziende avevano chiesto all’esecutivo di finanziare la cosiddetta solidarietà espansiva, ovvero una riduzione dell’orario di lavoro e della retribuzione di alcuni dipendenti per favorire nuove assunzioni. In sostanza, si chiedeva che lo Stato integrasse in parte la decurtazione di stipendio e di orario che il lavoratore, prevalentemente vicino alla pensione, avrebbe sopportato per fare spazio ai nuovi arrivati. “La norma non è stata introdotta perché troppo onerosa, fanno sapere dal governo”, facevano sapere da Palazzo Chigi alla viglia del Cdm che oggi che ha licenziato gli ultimi decreti della riforma del mercato del lavoro.

“Alcune grandi aziende ci chiedevano incentivi per i lavoratori, una sorta di cig, che integrasse la retribuzione mancante, ma il costo stimato era di alcune decine di migliaia di euro per ciascuno. La Ragioneria avrebbe bocciato la misura”, ha spiegato a Reuters Stefano Sacchi, consulente del ministero del lavoro sugli ammortizzatori sociali e docente alla Statale di Milano. Nel provvedimento c’è solo, “rinfrescata”, la vecchia norma che prevede incentivi alle imprese e non ai lavoratori, ha aggiunto Sacchi.

Telecom Italia, nei mesi scorsi, aveva annunciato 4mila nuove assunzioni subordinale però all’erogazione delle risorse per la solidarietà espansiva tanto che il presidente Giuseppe Recchi aveva evidenziato la possibilità che il piano di crescita occupazionale fosse a rischio senza questi fondi.

“Il nostro impegno è di assumere 4mila persone per rinnovare il capitale umano. Bisogna che le leggi accompagnino lo sforzo dell’azienda, se le leggi non sono adeguate non possiamo fare cose impossibili, ci sarebbero 4.000 posti persi”, ricordava il presidente di Telecom, rispondendo alla domanda sul rischio che non ci siano, nei decreti attuativi del Jobs act le coperture per finanziare la solidarietà espansiva necessaria ad aziende come Telecom Italia per attuare le assunzioni promesse.

“Perdere l’opportunità – aggiungeva Recchi – di 4mila nuovi talenti lo trovo deleterio per il Paese e per noi”. Telecom non è la sola azienda interessata alla solidarietà espansiva, ma come ha chiarito Recchi, è quella che ha messo in campo il maggior numero di assunzioni.

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