“Siamo entrati nell’era del cloud computing e le prospettive
aperte dalla nuvola, nel mondo della comunicazione e dei servizi
pubblici sono immense”. Derrick De Kerckhove, uno dei più grandi
studiosi dei media contemporanei, non ha dubbi: è iniziata l’era
della nuvola, “un cambiamento di tipo psico-tecnologico che,
però, ancora non è arrivato a maturazione”.
“Nonostante sempre più aziende che gravitano nel mondo di
Internet, da Amazon a Microsoft, passando ovviamente per Google,
plaudono alla nuova architettura – sottolinea lo studioso,
intervenendo al convegno “Ontology Cloud Computing per la
comprensione dei bisogni dei cittadini. Nuove opportunità per
aziende e Pubblica Amministrazione” che si tenuto presso la Sala
Almaviva di Forum PA – molte altre ancora temono i rischi
collegato all’utilizzo del cloud; rischi che riguardano in
special modo la questione delle privacy, quindi del trattamento dei
dati, e della sicurezza”.
In questo senso De Kerckhove ammette che si tratta di ostacoli
“ancora esistenti e che vanno rimossi, se si vuole che la nuvola
conquisti anche gli scettici” – il 54% delle aziende italiane
ammette di non voler passare a soluzioni cloud proprio perché la
questione della sicurezza è ancora aperta, ricorda lo studioso –
“soprattutto la PA che, in quanto organizzazione complessa, più
di altre beneficerebbe dell’utilizzo del cloud”.
Come riuscire, dunque, a creare fiducia intorno alla nuvola?
“Rafforzando le ontologie, ovvero creando delle classificazioni
dei servizi offerti tramite le architetture cloud per consentire
alle pubbliche amministrazioni di disegnare e realizzare i più
efficienti portali e punti di accesso – risponde Valeria Sandei,
Ad di Almawave -. Bisogna, inoltre, facilitare e stimolare
l’adozione di queste architetture in tutti i contesti pubblici.
Si tratta però di azioni che vanno concertate a livello europeo,
tra tutte le PA”.
Per quanto riguarda la questione della gestione del dato, sia De
Kerckhove sia la Sandei ricordano che la privacy è un problema
aperto che inerisce la Rete in quanto tale e, di conseguenza, il
cloud che ha in Internet il suo cuore pulsante