Conto alla rovescia per la chiusura definitiva della Cec-Pac. Per i possessori della e-mail certificata “pubblica”, lanciata nella primavera del 2010 dall’allora ministro della PA Renato Brunetta, c’è tempo fino a quella data per far migrare la propria casella su un altro provider. Alla fine del 2014 l’Agenzia per l’Italia digitale aveva deciso di sospendere progressivamente il servizio di Postacertificat@ (Cec-Pac), facendo convergere tutte la posta certificata sul sistema Pec”.
D’altronde il servizio non è riuscito a decollare in questi anni: l’82% delle caselle attive non ha mai inviato messaggi. E, secondo l’Agenzia, una delle ragioni dello scarso utilizzo può essere associata alla sovrapposzione con la Pec. “Con la progressiva sospensione di Cec-Pac – evidenziava l’Agenzia – vengono recuperati quasi 19 milioni di euro da investire in altri servizi ai cittadini e imprese, come delineato nell’ultimo documento Crescita digitale”.
La Cec-Pac doveva rappresentare la testa d’ariete del piano E-gov 2012, lo strumento che avrebbe fatto fare il salto digitale ai cittadini che si relazionano con l’amministrazione e all’amministrazione stessa. L’obiettivo di Brunetta era quello di abbattere il numero di raccomandate A/R – la Pec gratuita ha infatti lo stesso valore della raccomandata – destinate alla PA con conseguente aumento dell’efficienza degli enti pubblici nell’erogazione dei servizi.
Ma quegli obiettivi – sia a livello di numero sia di prestazioni – non sono stati raggiunti e, a oltre quattro anni dal lancio del servizio gestito da Poste e Telecom, le caselle attive sono poco più di 1 milione e 700mila mentre superano di poco le 500mila unità le richieste di attivazione che non hanno avuto seguito: il che vuol dire che i cittadini non hanno fatto il passo successivo per dotarsi del servizio ovvero andare presso gli sportelli postali per il riconoscimento – la Cec-Pac funzionava anche come strumento di identificazione digitale quindi era necessario un contatto “diretto” con il richiedente.
A pesare sul mancato decollo del servizio la mancanza di obblighi vincolanti con relativa sanzione per le amministrazioni inadempienti, che ha poi fatto sì che gli enti abbiano preferito rimanere fedeli alla comunicazione via Internet se non addirittura a quella più tradizionale via raccomandata A/R. Inoltre non è stato mai definito, da parte delle PA, un piano di attivazione dei servizi web, tra cui la Cec-Pac rientra. Con il risultato che al cittadino non è dato sapere a che cosa serva, nella pratica, lo strumento.
Lo stop al servizio Cec-Pac è stato progressivo. Dal dal 18 dicembre 2014 non sono state più rilasciate nuove caselle a cittadini e pubbliche amministrazioni; da marzo 2015 a luglio 2015 le caselle sono state mantenute attive solo in modalità di ricezione e consentito agli utenti l’accesso solo per la consultazione e il salvataggio dei messaggi ricevuti: tutti gli utenti Cec-Pac potranno richiedere una casella Pec, gratuita per un anno, tramite l’indirizzo richiestapec@agid.gov.it.
Dal 18 luglio le caselle non sono più abilitate alla ricezione di messaggi ma fino al 17 settembre 2015 resta possibile l’accesso solo per la consultazione e il salvataggio dei messaggi ricevuti. Infine dal 18 settembre 2015 sarà definitivamente inibito l’accesso alla propria caselle Cec-Pac ma fino al 17 marzo 2018, sarà garantita agli utenti del servizio Cec-Pac la possibilità di richiedere l’accesso ai log dei propri messaggi di posta elettronica certificata.