IL ROADSHOW

Confindustria Digitale: “Colmare il gap del Sud con la cultura digitale”

Informatica e tecnologia sono ancora scarsamente utilizzate soprattutto dalle Pmi. Purassanta: “Trasformazione delle imprese strategica per espandere il potenziale di crescita dell’economia”

Pubblicato il 10 Set 2015

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“Aprirsi alla cultura digitale è ormai un passaggio obbligato. Informatica e tecnologia dovrebbero essere pane quotidiano soprattutto per le piccole e medie imprese del Sud, che scontano ancora un forte gap territoriale rispetto alle aree avanzate del Paese”. E’ quanto ha affermato Antonello Biriaco, intervenuto in rappresentanza di Confindustria Catania durante la tappa siciliana del roadshow #Territoridigitali, avviato nel marzo scorso da Confindustria Digitale e passato già da Trieste, Reggio Calabria, Napoli, Firenze, Pescara e Catania come sesta tappa.

“La trasformazione digitale delle Pmi è strategica per espandere il potenziale di crescita dell’economia italiana ed è un passaggio alla portata della Sicilia – ha detto Carlo Purassanta consigliere di Confindustria Digitale e presidente dello Steering Commitee “Piattaforme di filiera per le Pmi”, illustrando, in qualità di responsabile del progetto, il significato di #Territoridigitali – Il cloud computing, il lavoro in mobilità, il digital marketing possono portare le aziende ad aprire nuove relazioni, a diventare più rilevanti, ad aprirsi all’e-ecommerce, a migliorare le proprie competenze, a diventare più flessibili, a internazionalizzarsi ed a rendere più efficienti i processi interni e la collaborazione con l’ecosistema circostante. Siamo partiti da questa consapevolezza quando abbiamo deciso di costruire “Territori Digitali”, un progetto nato per raggiungere le aziende in tutta Italia e per diffondere cultura dell’innovazione attraverso scenari concreti di utilizzo del digitale”.

Il roadshow, è stato realizzato in collaborazione con la rete dei Digital Champions e con il patrocinio, di Anitec, Assinform, Assocontact , Assotelecomunicazioni-Asstel e Federturismo, a cui si aggiungono per ciascun appuntamento le istituzioni locali e le organizzazioni territoriali di Confindustria, l’iniziativa itinerante promossa da Confindustria Digitale, la federazione delle imprese dell’Ict, è la prima del genere in Italia. Per l’appuntamento di Catania, #Territoridigitali ha potuto contare sulla collaborazione del Comune di Catania, di Confindustria Catania e dei Giovani imprenditori di Confindustria Catania.

Le Pmi, pur avendo un ruolo fondamentale nel nostro sistema economico sia in termini produttivi che occupazionali – rappresentano il 99% delle aziende italiane dando lavoro all’80% degli occupati – manifestano ancora una bassa vocazione all’innovazione, che costituisce un importante fattore di ritardo e freno per l’economia italiana.

I dati sulla diffusione delle tecnologie digitali in Sicilia confermano, purtroppo, questa realtà. Il grado di utilizzo di Internet nelle imprese nel 2014 è stato del 28,9% (media nazionale 39,3%), le famiglie con collegamento a Internet nel 2014 sono state il 55,7% (media nazionale 64%). Nella classifica fra regioni la Sicilia è terzultima, poco sopra Calabria e Basilicata. Uso di e-Commerce: 29% degli utenti internet over 14 anni (media nazionale 44,6%). Utenti internet (popolazione sopra i 6 anni): 50,3% (media nazionale 57,3%). Persone (popolazione sopra i 15 anni) che non ha mai usato Internet: 46% (media nazionale 38,3%)

Esistono, tuttavia, elementi di nuova economia che evidenziano segnali di crescita. Le start up innovative sono ormai un fenomeno importante e vivace per la Sicilia: ad aprile 2015 erano 171 con una crescita del 53% rispetto all’anno precedente (media nazionale 39%), dato che colloca l’isola al secondo posto fra le regioni del Sud, dopo la Campania (235). In totale nel Mezzogiorno risultavano attive 895 start up innovative che rappresentano il 22% del totale nazionale (pari a 4.049). Altro dato positivo riguarda l’adesione delle aziende siciliane alle reti d’impresa, il cui numero è passato da 49 registrato nel 2013 a 110 nel 2014, fattore importante per lo sviluppo di modalità di lavoro collaborative e integrate alla base dei processi di digitalizzazione del territorio.

La giornata, che si è tenuta nella sede catenese di Tim #Wcap Accelerator, l’acceleratore d’impresa di Telecom Italia, è stata aperta dal Sindaco di Catania Enzo Bianco, il quale ha rilevato che “Dalla relazione tra innovazione, qualità, talento e capacità di adeguamento delle prassi amministrative, passa una parte decisiva delle opportunità di attrazione di nuovi investimenti e di generazione di ricchezza, lavoro e mobilità sociale a Catania e nel Sud Est. Noi siamo un territorio a vocazione digitale e dobbiamo riuscire ad esserlo compiutamente per fare del Meridione il volano della vera ripresa nazionale. L’innovazione digitale del Sud e dell’enorme tessuto delle piccole e medie imprese, quelle che percentualmente più incidono sul PIL e sulla capacità occupazionale, è il pilastro più strategico per il futuro del sistema Paese. L’Italia cambia davvero se cambiamo noi e noi, Catania e il Sud Est, siamo già laboratorio di innovazione e possiamo darci un nuovo appeal internazionale puntando su questo.

Attraverso gli interventi di tecnici delle aziende associate a Confindustria Digitale (Avaya, Cisco, Fastweb, Google, Gruppo Pragma, HP, Ibm, INebula, Microsoft, Sesa Spa, Sorint Lab, Telecom Italia, Torino Wireless, Transcom) il dibattito ha poi approfondito i passaggi cruciali che trasformano un’azienda tradizionale in un’azienda digitale.

“Alla Sicilia non mancano talenti e risorse per fare dell’economia digitale una grande possibilità di rilancio – ha commentato il presidente di Confindustria Digitale Elio Catania a chiusura della mattinata – Si tratta di le aiutare le Pmi a innovare e diventare competitive costruendo loro intorno un ecosistema che metta in rete start up innovative, centri di ricerca, università, istituzioni locali e imprese Ict. Da qui possono nascere nuovi modelli di business, fenomeni ri-localizzazione e qualificazione di attività produttive tipiche del territorio. Secondo le nostre stime le risorse pubbliche derivanti dai Fondi Strutturali per sostenere il digitale si aggirano intorno ai 600 milioni di euro. L’uso mirato, efficiente e trasparente di questi fondi, anche in partnership con investimenti privati, potrebbe, secondo le nostre stime, generare nel periodo da qui al 2020 circa 20mila nuovi occupati, in tutti i settori dell’economia siciliana coinvolti direttamente o indirettamente dalla trasformazione digitale”.

Nella sessione pomeridiana, organizzata in collaborazione con il Digital Champion Antonio Perdichizzi il confronto, aperto anche ad altri soggetti, quali università, start up, amministratori pubblici, ha consentito di approfondire nell’ottica digitale temi legati alle problematiche del territorio attraverso sei gruppi di lavoro che si sono confrontati su: Open innovation, Turismo digitale e beni culturali, Sanità digitale, Smart City, Distretto Sud Est, Food & Sustainability.

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