"Una sola rete, che si sviluppi in modo graduale e che sia
aperta a tutti. E abbiamo già banche e istituti finanziari che ci
stanno chiedendo lumi, manifestano interesse, perché chi ragiona
con la mentalità dell'infrastruttura la considera un progetto
importantissimo. Ovviamente maggiori sono le dimensioni, più è
finanziabile. Entro quest'anno vanno definiti gli obiettivi le
modalità e le regole. Per iniziare a scavare dal 2001, dopo i test
in corso".
Paolo Bertoluzzo racconta i progetti di Vodafone Italia in una
lunga intervista che sarà pubblicata domani dal settimanale
Panorama Economy, visionata in anteprima dal Corriere delle
Comunicazioni.
I riflettori sono puntati sul progetto di società della fibra
annunciato nei giorni scorsi insieme con Wind e Fastweb ma anche
sulla strategia convergente. "La nostra strategia è dare ai
nostri clienti servizi che non siano più soltanto mobili ma anche
fissi. Per poterlo fare abbiamo bisogno di una rete di grande
affidabilità che sia in grado di supportare l'innovazione che
ci potrà venire in mente". "Casa, station, prodotti per
le aziende: per noi tutto questo è il business della rete fissa.
Oggi abbiamo raggiunto una quota di mercato del 10% che significa
circa 1,3 milioni di clienti. Per un'azienda forte nella
telefonia mobile come Vodafone questa rappresenta
un'opportunità di crescita in un momento di discontinuità del
mercato: l'esplosione della banda larga".
Bertoluzzo ricorda che nel mobile la banda larga cresce a tassi fra
il 30 e il 40% all'anno. E la crescita di quasi il 2% messa a
segno dall'azienda "è anche grazie alla banda larga fissa
– che ha margini bassi perché paghiamo molto l'accesso alla
rete – e mobile, che ha elevata marginalità ma richiede anche
grandi investimenti".
L'Italia è strategica per il business: "E' il primo
Paese europeo per investimenti e nel mondo è seguita solo
dall'India, che però ha un miliardo di abitanti. L'Italia
è un mercato che ha sempre accolto bene le innovazioni. Ma questa
disponibilità rischia di trovare un ostacolo:
un'infrastruttura inevitabilmente invecchia".
E' la realizzazione dell'infrastruttura a rappresentare il
tema più importante nell'agenda. "Di rete in Italia ce ne
deve essere una", dice Bertoluzzo che considera i progetti
regionali, come ad esempio quello lombardo, "complementari e
convergenti". Ma in questa fase "bisogna avere il
coraggio di essere flessibili. Quello che non possiamo permetterci
è trovarci scelte tecnologiche e modelli di business diversi
regione per regione. renderebbe lo sviluppo, la commercializzazione
e le gestione dei servizi molto più complessi per gli
operatori". Di qui la necessità "di avere una visione
strategica d'insieme".
Per finanziare la nuova rete Bertoluzzo ritiene che "la
presenza della Cassa depositi e prestiti nell'equity e nel
debito sia importantissima perché stiamo parlando di
un'infrastruttura strategica per il nostro Paese. E tutti gli
operatori telefonici sono privati. Ma il progetto sarà presentato
alla Cdp nel momento in cui sarà sponsorizzato dal
governo".
Il merito al tavolo convocato da Romani "bisogna che il
progetto assuma presto un aspetto operativo: importante è riunire
subito anche i tecnici per capire come affrontare le tante sfide
che il progetto pone".