LE REGOLE

Cieli blindati per i droni, Strasburgo chiede le “no-fly-zone”

La commissione Trasporti dell’Europarlamento approva il documento Foster: attenzione alla privacy e definizione netta di confini virtuali. Per la European Small Unmanned Arial Vehicles Coalition “il voto è un passo fondamentale”

Pubblicato il 16 Set 2015

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La commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo ha votato a favore della relazione sui droni dell’eurodeputata conservatrice britannica Jacqueline Foster. Il testo, pur non essendo vincolante, giocherà un ruolo importante nel presentare la posizione di Strasburgo durante il riesame, da parte della Commissione europea, sulle politiche dell’aviazione previsto per i primi di dicembre.

La proposta della Commissione, attualmente in fase di elaborazione, includerà un aggiornamento del quadro normativo per facilitare l’integrazione dei droni nelle regole che normano l’aviazione civile.

Il documento di Foster chiede alla Ue di sviluppare un quadro normativo tenendo conto dei rischi posti dai droni, evitando al contempo regolamentazioni che potrebbe scoraggiare gli investimenti.

La relazione propone di distinguere i regolamenti per uso commerciale da quelli per uso ludico. Soprattutto i produttori sostengono una regolamentazione dell’uso ludico, che è quello che più spesso viola regole e causa problemi.

Il rapporto della Foster si concentra anche sulla sicurezza, sulla privacy e sulla protezione dei dati. La legge europea potrebbe prevedere lo stanziamento di fondi necessari allo sviluppo di sistemi anti hacker per i droni e lo sviluppo di confini virtuali oltre i quali i droni non possono volare.

Negli scorsi mesi per esempio si è molto parlato del continuo avvistamento di droni a Parigi su zone sensibili come l’Eliseo. La necessità, secondo il Parlamento Ue, è dare regole più stringenti sotto questo profilo istituendo delle “no fly zone”.

Ora che il testo è stato approvato dalla commissione passerà alla plenaria del Parlamento a ottobre o novembre. Per Andrew Johnson, portavoce della European Small Unmanned Arial Vehicles Coalition, il voto “è un ottimo primo passo importante”.

“Ora abbiamo bisogno di collaborare con la Commissione per assicurarsi che l’Agenzia europea per la sicurezza aerea ottiene il mandato di cui ha bisogno per produrre norme che siano proporzionate, basato sui rischi e coerente”, ha concluso.

L’Europa ha circa 2500 operatori di droni civili, più di tutto il resto del mondo messo insieme. Negli ultimi anni, si è diffuso l’utilizzo dei droni nell’agricoltura, nel settore energetico, nella fotografia e per il monitoraggio delle infrastrutture. Persino delle squadre di calcio li usano per riprendere gli allenamenti propri (o degli avversari). Per questo, secondo Foster, si rende necessaria una legislazione che ne regolamenti l’utilizzo. “Ci vuole un approccio snello e flessibile sul’argomento, affrontandolo nella sua dimensione internazionale”.

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