Internet sta diventando un’arma, potenzialmente di distruzione di massa: le aggressioni nel cyberspazio implicano rischi mortali per i civili. Per questo – come srive il Corriere delle Sera – Stati Uniti e Cina stanno lavorando a un accordo per controllare gli attacchi sul web. I negoziatori dei due Paesi sperano che una prima intesa possa essere firmata da Barack Obama e Xi Jinping quando i due presidenti si incontreranno alla Casa Bianca venerdì prossimo.
In primavera Washington aveva subito il furto dei dati personali di milioni di dipendenti pubblici, compresi quelli di militari delle forze speciali e della agenzie di sicurezza, obbligati per legge a fornire tutte le informazioni sul loro stato familiare, le loro abitudini, i conti bancari. Gli americani avevano puntato l’indice sugli hacker di Stato cinesi. Prima c’erano stati casi gravi di spionaggio industriale, di furto di proprietà intellettuale e i principali sospetti erano sempre stati i cinesi. Ma il governo di Pechino aveva sempre risposto negando e sostenendo di essere a sua volta bersaglio di questo tipo di incursioni.
Oltre agli hackerspie che rubano dati, c’è anche la possibilità di usare Internet per causare, con virus insinuati nei computer, blackout alle telecomunicazioni del nemico, accecare le torri di controllo degli aeroporti, bloccare l’attività di banche e borse, spegnere reti tv e radio causando il panico. Tutto questo è già successo in Corea del Sud a partire dal 2009 e il governo di Seul ha accusato quello di Pyongyang.
Si tratterebbe di impegnarsi a non paralizzare con azioni di hacker del cyberspazio “infrastrutture critiche”, come centrali elettriche, sistemi bancari, reti di telefonia cellulare, ospedali. Rinunciare all’uso proditorio di cyber-armi come si promise in passato per gli arsenali nucleari.
Obama ha assicurato che gli Stati Uniti non permetteranno che «Internet sia trasformato in un’arma» e ha prospettato sanzioni contro Pechino. Il presidente è sotto pressione da parte del Congresso e di parti dell’establishment militare e dell’intelligence community che vorrebbero una risposta dura di fronte all’aggressività cinese. Ma esperti cinesi, evidentemente autorizzati dal governo, raccontavano già una storia diversa: “Cina e Usa possono scrivere regole per limitare i cyber attacchi a un certo livello”, ha detto Liu Weidong dell’Accademia delle Scienze Sociali, il principale thinktank di Pechino. Per Song Guoyou, vicedirettore del Centro Studi americani all’università di Shanghai, l’accordo “è un passo necessario” tra le due potenze.