LA RICERCA

Riforma PA, più fiducia e più digitale per la svolta

Ricerca Forum PA: solo il 41% degli intervistati ritiene che le nuove norme possano efficientare la burocrazia. Nella reingnerizzazione dei processi e nella valorizazzione degli skills le chiave per cambiare l’amministrazione

Pubblicato il 22 Set 2015

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Ogni legge, anche la più innovativa, può funzionare solo se ci credono per primi i suoi destinatari. Così la riforma della PA, appena entrata in vigore, potrà funzionare solo se tutte le persone coinvolte, dipendenti pubblici, dirigenti, cittadini, imprese, avranno fiducia nel cambiamento e collaboreranno nel metterla in pratica. Oggi questa fiducia ancora manca, come evidenzia una ricerca realizzata da Forum PA, che ha chiesto agli iscritti alla propria community: “Cosa ti aspetti dalla Riforma?” . I risultati sono stati presentati oggi a Milano nel corso dell’incontro “Quale direzione per la PA del futuro?”.

“Questa ricerca ci conferma quello che si può vedere entrando nella maggior parte degli uffici pubblici, ovvero la stridente contraddizione tra il clima di galoppante novità che viene annunciato e la sostanziale immobilità nei comportamenti dei lavoratori e delle organizzazioni – ha sottolineato Carlo Mochi Sismondi, presidente di Forum PA – Se solo il 41% dei rispondenti ritiene che le nuove norme possano portare dei cambiamenti (più o meno grandi) nel suo lavoro quotidiano, è evidente che le leggi e i provvedimenti non bastano, bisogna comporre il contrasto tra norme innovative e stanchezza e rassegnazione del corpus del pubblico impiego. È per questo che dobbiamo puntare sull’empowerment delle amministrazioni, sulla valorizzazione delle competenze di dirigenti e impiegati.”

Entrando nel dettaglio delle ricerca, il 61% degli intrevistati dichiara di conoscere bene o abbastanza bene la “Riforma Madia” (ma solo un 20% ha partecipato alla consultazione on line che si è svolta lo scorso anno per iniziativa del Ministro).
Ma se vi va a valutare l’impatto sul modo di lavorare dentro la PA, il 49% è convinto che la riforma non cambierà il modo di lavorare mentre il 36% è più ottimista si aspetta qualche cambiamento; solo un piccolo 5% crede che ci sarà una sorta di rivoluzione nel suo lavoro quotidiano.

Per quanto riguarda il rapporto tra PA e cittadini/imprese, il 51% pensa che ci saranno pochi miglioramenti, mentre un 18% è addirittura convinto che non cambierà nulla. È solo un 28% ad essere molto fiducioso e a scommettere che questo rapporto diventerà più semplice.

Sono infine due aspetti organizzativi tutti interni alla PA a generare il maggior tasso di sfiducia sui reali effetti che la riforma potrà avere: il riassetto della dirigenza (67%) e la riorganizzazione delle amministrazioni (64%).

Se quindi la sfiducia nel cambiamento è il primo nodo da sciogliere per attuare le riforme, i partecipanti all’incontro di oggi a Milano hanno messo l’accento su alcuni strumenti imprescindibili: digitalizzazione della PA, valorizzazione delle competenze, reingegnerizzazione dei processi e soprattutto partecipazione attiva e consapevole dei dirigenti, dei dipendenti pubblici e di tutte le componenti della società (politica, imprese, cittadinanza organizzata, ricerca, mondo accademico, etc).

“Questa è una visione che come Forum PA sosteniamo già da qualche anno e che cerchiamo di rendere operativa attraverso tutte le nostre iniziative, dai grandi eventi ai tavoli di lavoro, dai seminari di formazione on line agli approfondimenti – ha spiegato il direttore generale Gianni Dominici – È un impegno che pensiamo debba rafforzarsi ancora di più in questo momento e, anche per questo, abbiamo voluto raccogliere per la prima volta in una pubblicazione cartacea alcuni contributi che ne sono la testimonianza. È nato così un Annuario che presentiamo oggi e che sintetizza, attraverso i contenuti più importanti che abbiamo elaborato e proposto al nostro pubblico di innovatori, quanto accaduto negli ultimi mesi nel mondo della PA italiana. L’Annuario è il frutto di un lavoro collaborativo che non ha uguali nel panorama della nostra PA e vuole essere uno strumento di approfondimento per tutte le persone che lavorano sui temi dell’innovazione”.

Infine Mochi Sismondi ha annunciato un’altra importante novità: da oggi Forum PA cambia nome e diventa FPA. “Cambia il nome della società ma non la nostra missione – ha precisato Mochi Sismondi – che anzi si rafforza grazie all’entrata in un gruppo più grande, Digital360, e alla nascita dei ‘Cantieri della PA digitale’, una nuova iniziativa creata per lavorare insieme ai più autorevoli operatori pubblici e privati, favorire quella cultura e quel clima di fiducia nel cambiamento che abbiamo visto sono tanto necessari e mettere insieme delle raccomandazioni, da sottoporre al governo, su come rimuovere gli ostacoli all’innovazione. Forum PA resta invece il titolo della nostra manifestazione di maggio, che ha visto quest’anno la sua XXVI edizione. Un modo per mettere sempre più in evidenza come la nostra attività non si esaurisca nei giorni della manifestazione, che restano sì un momento centrale ma in cui si tirano le fila di un’innovazione coltivata durante tutto l’anno”.

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