Hacking Team, Orlando: “Nessun danno alle indagini delle procure”

Il ministro della Giustizia in audizione al Copasir sull’attacco hacker alla software house milanese: “Solo un decina di casi sono stati rilevati problemi”. Ma avverte: “Rafforzare gli standard di sicurezza”

Pubblicato il 22 Set 2015

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“Non abbiamo evidenze di compromissioni significative dell’attività di indagine delle procure, una decina”, che usavano il software spia creato dalla Hacking Team, l’azienda milanese che nel luglio scorso è stata attaccata da hacker che hanno diffuso oltre 400 gigabyte di dati. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al termine della sua audizione al Copasir. Il Comitato sta portando avanti un’indagine conoscitiva sulla vicenda, dal momento che anche l’Aise utilizzava il software, oltre a procure, polizia, carabinieri e guardia di finanza.

“Abbiamo fornito al Copasir – ha spiegato Orlando – un quadro dettagliato delle procure che hanno utilizzato il sistema fornito dalla Hacking Team (un software spia chiamato Galileo che si infiltra in modo invisibile su un computer o un telefonino carpendo tutte le informazioni che transitano dal dispositivo, ndr) e dell’impatto che la diffusione delle informazioni ha avuto sui singoli uffici”. Dal monitoraggio fatto, ha proseguito il ministro, “non cisono elementi per dire che c’è stato un impatto determinante sulle indagini. Le procure che usavano il software erano una decina, per pochi casi e non sono stati rilevati danni”.

La vicenda però, ha puntualizzato il Guardasigilli, “pone la necessità di rafforzare gli standard di sicurezza, come stiamo facendo”. Lo scorso 30 luglio, sempre in audizione al Copasir, era stato il capo della polizia, Alessandro Pansa, a segnalare danni ad alcune decine di indagini in corso, specie quelle sul terrorismo, determinati dalla sospensione dell’utilizzo del software per monitorare soggetti sospetti in seguito all’attacco subito dalla HT.

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