Il problema della burocrazia sono i dirigenti prima, poi i
fanulloni. Nella sede romana del ministero dei Trasporti di via
Caraci, la polizia giudiziaria ha sequestrato i “fogli
presenza” di alcuni impiegati. Gli agenti controllavano da mesi
un comportamento truffaldino che durava da tempo: ritardi
ingiustificati, assenze arbitrarie, malattie coincidenti con le
vacanze estive, medici che certificano “l’ammalato dichiara di
essere ammalato”, cui non segue un accertamento medico legale.
Accostate questi allievi di Ippocrate a quelli che omisero il
soccorso a un giovane carcerato, bastonato ferocemente in cella, ne
viene fuori un’Italia spaccata in due.
Un’Italia che subisce la burocrazia e un’altra che se ne pasce,
un’Italia che sfrutta la medicina e un’altra che ne muore.
Sorvoliamo sulla giustizia. Gli assenteismi sotto il naso del
ministro Matteoli sono certo colpa degli imbroglioni, ma non solo.
La polizia giudiziaria è stata salutata da taluni come
“tentativo di infangare il sindacato”. È arduo intendere come
la credibilità del sindacato si giovi dell’assenteismo, a meno
che gli stessi sindacalisti… Non è poi dato sapere chi è il
dirigente che pose i lettori di badge isolati e lontani da
qualunque occhio vigilante: un’irresistibile tentazione a
“sbeggiare” per i colleghi con l’intesa d’avere il favore
ricambiato.
Se manca il controllo sulle malattie “estive”, sebbene
penalizzate da Brunetta, perché rinunciare alla spiaggia? Tanto
meno necessita adottare il part time che penalizza la pensione. Ai
dirigenti del ministro Matteoli nessuno spiegò che il controllo
incrociato delle presenze avrebbe almeno fatto suonare
tempestivamente l’allarme. Dirigenti di che?