Difficile immaginare un’Italia in grado di mantenere competitività e sviluppo senza la rete autostradale o il sistema elettrico nazionale che abbiamo realizzato negli anni ‘60. Oggi la sfida della digitalizzazione ripropone esattamente lo stello livello di sfida e fiducia nel futuro che affrontarono i nostri padri in quegli anni. L’intero tessuto economico e sociale dipende da quello che, entro pochi anni, saremo riusciti a realizzare con la diffusione di reti a larga banda capillare, accelerata da quei fattori, anche culturali, capaci di accompagnare la modernizzazione del Paese.
Il confronto con i competitor internazionali deve spronare. Il Digital Economy and Society Index (DESI), utilizzato dalla Commissione Europea assegna all’Italia il 25° posto nella classifica dei 28 Paesi dell’Unione, analizzando cinque sotto indici: connettività, capitale umano, utilizzo di Internet, integrazione di tecnologie digitali e servizi pubblici. Solo il 5% delle piccole medie imprese vende prodotti on-line, e anche tra le grandi imprese l’e-commerce si ferma al 4,9% del giro d’affari totale.
La strategia del Governo per la Banda Ultra Larga e l’approvazione della Delibera Cipe rappresentano un’opportunità unica per l’attuazione di un piano ambizioso. Il ruolo della politica risulta decisivo nel coordinare e promuovere la disponibilità e il know how degli operatori, così come sarà determinante il modello che verrà scelto per utilizzare i fondi disponibili, massimizzandone la produttività e l’impatto sul Paese.
In questo scenario Vodafone continua ad investire per lo sviluppo delle reti ultrabroadband, con risultati oggi tangibili per i clienti. Abbiamo già coperto oltre il 90% della popolazione con la rete 4G. Abbiamo installato in meno di 12 mesi 11mila cabinet in 90 città per un totale di 127 città in cui offriamo il servizio in fibra (più del 20% delle famiglie italiane). In partnership con Metroweb abbiamo realizzato la fibra più veloce d’Italia e oggi a Milano, Bologna e presto anche a Torino la fibra Vodafone raggiunge i 300 Mbps.
Ciascuno può e deve fare la sua parte. Il fattore tempo è cruciale e sarà decisiva la capacità di favorire il coinvolgimento di tutti i player rilevanti, determinati ad investire, per ottimizzare i contributi privati e pubblici e stimolare l’effettiva concorrenza nel mercato della banda ultralarga.