Un bonus per la banda larga sul modello della tv digitale

Maurizio Dècina: “Per la diffusione della fibra ottica servono incentivi come è stato fatto per i decoder. Gli introiti servirebbero a sostituire i vecchi cavi”. Il progetto più organico? “Quello della Regione Lombardia”

Pubblicato il 24 Mag 2010

Ripetere per la fibra ottica il modello seguito per il digitale
terrestre: questa la proposta di Maurizio Decina, professore del
Politecnico di Milano, esperto di telecomunicazioni. “Il
passaggio completo dal rame alla fibra a Milano, proposto da
Telecom Italia con il Progetto Expo”, afferma Decina intervistato
dal CorrierEconomia, “avverrà qui prima che altrove, perché
già oggi la città ha un’infrastruttura d’eccellenza. Ma per
accelerare il processo serve un contributo pubblico come si è
fatto per il digitale terrestre”.

Per la tv l’incentivo sui decoder è stato di 50 euro per utente,
continua Decina; per la fibra ottica di dovrebbero prevedere
contributi più elevati, che servirebbero a sostituire i vecchi
cavi sia nei palazzi che nella rete di distribuzione urbana.

Milano e la Lombardia sono al centro di diverse iniziative legate
alla banda larga: alcune riguardano l’estensione della fibra
ottica, come il piano da 1,4 miliardi “Fibra per l’Italia”
(banda ultralarga fino a 100 megabyte al secondo) di Fastweb,
Vodafone e Wind e il progetto Expo di Telecom Italia, mentre il
progetto anti-digital divide della Regione (40 milioni di euro) ha
l'obiettivo di portare l’Adsl (banda larga a 2 megabyte) ai
700 comuni oggi non coperti dal servizio.

Cablare una città in fibra ottica costa mediamente tra i 500 e i
700 euro per casa, cui vanno aggiunti il cablaggio condominiale e
il terminale d’utente (altri 2-3.000 euro). Vale la pena
sostenere una spesa così elevata, con un ritorno sugli
investimenti lungo? Secondo Decina sì. E se fino a qualche anno fa
erano solo i Paesi asiatici come Giappone e Corea del Sud a
scommettere sulla banda larga, oggi anche Usa e Europa cominciano a
credere che investire in una rete avanzata di comunicazioni possa
far crescere il Paese e giovare all’export.

In altri Paesi europei il traino dello sviluppo sono gli operatori
storici, ma da noi l’azione dell’ex monopolista è limitata
dall’indebitamento. L’iniziativa passa ad altri soggetti, come
i concorrenti e le amministrazioni regionali. “Il progetto della
Regione Lombardia”, continua Decina, “è il più organico,
ambizioso e interessante, perché prevede di portare la fibra
ottica a 2 milioni di case. L’idea è di costituire una società
pubblico-privata a cui possano partecipare Telecom Italia e gli
altri operatori, usando sia la tecnologia Gpon che il collegamento
punto a punto”.

Il piano lombardo anti-digital divide, a giudizio di Decina, è un
modello innovativo “perché introduce clausole molto precise per
garantire agli utenti le prestazioni e i prezzi indicati nel
bando”. Per esempio, i costi di attivazione non devono superare i
50 euro per le utenze domestiche e gli 80 per il mondo business.

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