Il business dei navigatori satellitari sembrava oggetto di una crescita inarrestabile: nel 2009, nei soli Stati Uniti, ne sono stati venduti 80 milioni di esemplari. L’anno scorso, appena 4 milioni. L’origine di questo insuccesso è conosciuta: gli smartphone nelle tasche di tutti, dominati dai sistemi operativi di Google e Apple, sono perfettamente in grado di dirti in quale strada girare, mentre guidi o cammini. Per il semplice motivo che montano, gratuitamente, Google Maps e Apple Maps.
Ma fra le due multinazionali del bit – così simili e così diverse – la guerra della geografia è solo cominciata. Da quando, nel 2012, ha esordito con il suo programma di mappe pieno di falle e di errori, la Apple ha costantemente raffinato il software fino a portarlo a livello di Google Maps. Con l’imminente release di iOs 9, aggiungerà anche i servizi di trasporto pubblico (per cominciare, solo in alcune città) che le mancavano. Una flotta di auto attrezzate con la visione a 360 gradi, sta collezionando le immagini del mondo ad altezza d’uomo, con l’obiettivo di pareggiare i conti con Google Street View, si presume facendo di meglio.
La rivale di Mountain View intanto, non riposa sugli allori del suo dominio, assicurato da Google Earth, Google Maps e, giustappunto, dalla geniale idea di Street View. L’azienda di Larry Page, alla vigilia di una massiccia ristrutturazione aziendale e operativa, sta segretamente lavorando al futuro delle sue mappe, quantomeno per non perdere il primato raggiunto.
In questa guerra non scorre sangue: solo miliardi di dollari. Negli ultimi anni, sia Apple che Google hanno comprato numerose startup geografiche, investendo ingenti risorse.
La settimana scorsa Apple ha speso 30 milioni per rilevare Mapsense e i suoi 12 dipendenti. Chi ha speso di più è Google, 1,3 miliardi per conquistare Waze, il software di navigazione “social” che è capace di dirti le condizioni del traffico meglio di una centrale di polizia. Ma il bello è che, al momento, non è chiaro quale sia il ritorno sugli investimenti. TomTom e Garmin, le leader dei navigatori satellitari, hanno sempre venduto le mappe a caro prezzo. Apple Maps e Google Maps sono gratuite. La stessa Google, che ricava gran parte del suo fatturato dalla pubblicità, può forse fare qualche soldo dai link agli esercizi commerciali elencati sulla mappa.
Quegli investimenti servono a dominare il business della geografia. Non può che esserci dietro una strategia di lungo termine. Come ad esempio il progetto di una nuova autovettura, capace di orizzontarsi nel mondo, guidando da sola. Ah, già: è un progetto che Apple e Google, più o meno segretamente, coltivano.