Il commissario alla concorrenza dell’Unione Europea, Margrethe Vestager, ha avvisato i dirigenti delle società di telecomunicazioni della regione che una serie di fusioni nel comparto potrebbe condurre a un incremento dei prezzi senza migliorare gli investimenti per le reti.
“Le ricerche sembrano suggerire che una riduzione del numero di player da 4 a 3 nel mercato nazionale mobile dell’Unione Europea potrebbe portare a prezzi maggiorati per i consumatori, ma non necessariamente a maggiori investimenti a favore degli abbonati”, ha dichiarato Vestager a una conferenza di esperti in materia di antitrust tenutasi a New York.
Gli operatori europei di telecomunicazioni sostengono tuttavia da anni la necessità di fondersi con i rivali della stessa nazione per aumentare gli investimenti nelle reti e condividere i costi.
Non è la prima volta che la commissaria Ue punta il dito contro i M&A. In un discorso a Parigi qualche mese fa Vestager aveva detto che “fusioni ed eccessivo consolidamento del mercato delle tlc non portano necessariamente a più investimenti e innovazione nel settore, anzi rischiano di ridurre la spinta. “Gli operatori storici sostengono che se non possono fare fusioni con i loro rivali nello stesso paese – spiegava – non saranno in grado di aumentare i loro investimenti” ma, ha sottolineato la commissaria, sebbene “abbia sentito quest’affermazione abbastanza spesso, non ho visto prove che sia questo il caso”.
Al contrario, concludeva, “ci sono ampie prove che un eccessivo consolidamento possa portare non solo a meno concorrenza e a bollette piu’ care per i consumatori, ma che riduca anche gli incentivi a innovare sui mercati nazionali”.
A sostenere il punto di vista della commissaria il Financial Times, secondo cui Vestager ha ogni ragione di assumere un atteggiamento intransigente di fronte ai merger nel settore mobile.
In alcuni paesi, come Germania, Austria e Irlanda, il passaggio da quattro a tre reti mobili è già avvenuto, anche grazie ad accordi siglati quando la Commissione europea si mostrava più “indulgente”, e nonostante l’opposizione dei regolatori nazionali, scrive infatti il FT. Siccome gli accordi riguardavano operatori attivi su più paesi, è stata la Commissione ad avere l’ultima parola. Tuttavia, contrariamente a quanto sostengono le telco e molti analisti, il risultato è stato lo stesso in tutti i casi: i prezzi sono aumentati, proprio come teme oggi la Vestager.
Di segno diametralmente opposto Strand Consult, secondo cui la commissaria non coglie le caratteristiche, le esigenze e le sfide dell’industria delle telecomunicazioni.