I colossi del web sono sbarcati nel mercato assicurativo. Un altro segnale che fa capire la portata rivoluzionaria dell’economia digitale. Google e Amazon hanno deciso di impegnarsi sul fronte delle polizze assicurative, iniziando dalle RC di auto e moto. Ma, sappiamo, che l’appetito vien mangiando e c’è da aspettarsi che presto si parlerà anche di rami danni e vita. Il digitale parte all’attacco di un settore che non ha ancora espresso un chiaro orientamento verso l’uso diffuso delle tecnologie e che, nei grandi numeri, esprime una reattività più tattica che strategica. Da fonti ANIA emerge che in Italia i premi assicurativi valgono, nel loro complesso, circa l’8% del PIL. Il mercato danni e vita ha, però, ancora ampi margini di crescita, se confrontiamo la spesa media per abitante: poco meno di 1.800 euro in Italia, 2.400 in Germania, quasi 3.000 in Francia e oltre 3.600 euro in Gran Bretagna. Diverse indagini testimoniano che oltre la metà delle compagnie attive sul territorio nazionale non hanno ancora elaborato, o lo stanno facendo in modo parziale, una strategia digitale. Ma non è finita: quote sempre maggiori di clienti sono predisposti a utilizzare i canali digitali per interagire con i provider assicurativi, aumenta l’uso del mobile per ricercare nuove coperture, è ancora prevalente il canale tradizionale (agenzie) rispetto alle altre forme distributive.
“I dati macro economici e le variabili di contesto ci hanno convinto a concentrare l’attenzione su una nuova proposta di ricerca – dichiara Claudio Rorato, direttore del neonato Osservatorio Digital Insurance della School of Management del Politecnico di Milano. I nativi digitali e le generazioni che hanno familiarità con la tecnologia rappresentano un pubblico che, in questo momento, non possiamo evitare di esaminare. Non è un caso che Google e Amazon vogliano mettere a reddito le loro piattaforme nel settore delle polizze online e dei servizi accessori. Con la diffusione del digitale cambieranno i paradigmi della relazione tra i diversi soggetti coinvolti nella transazione assicurativa. Sono motivi più che validi per non mancare a questo appuntamento”. Tre sono le dimensioni di indagine che permetteranno di “mettere a fuoco” un settore che, entro un , sarà oggetto di numerosi cambiamenti. La prospettiva interna riguarderà i processi lavorativi delle Compagnie e del canale, per valutare il grado di diffusione delle tecnologie digitali, gli ambiti di interesse e stimare i benefici della digitalizzazione. Il focus sul canale – agenzie, broker, aggregatori – toccherà la relazione con le Compagnie, per capire come migliorare il flusso informativo bidirezionale e comprendere il ruolo degli strumenti digitali per rendere più efficiente ed efficace la relazione. Infine, l’analisi del rapporto con il mercato degli assicurati – effettivi e potenziali – prenderà in esame “pre” e “after” marketing, cercando di capire come aumentare le vendite attraverso nuovi strumenti e nuove modalità di dialogo, capaci di intercettare nuovi bisogni e segmenti di clientela meno tradizionale.
“L’Osservatorio – prosegue Claudio Rorato – coinvolgerà non solamente le compagnie di assicurazione, ma anche il mondo dell’offerta tecnologica e delle istituzioni. Vogliamo creare un reale confronto tra i diversi soggetti del settore (NdA: compagnie, canale nelle sue diverse espressioni, istituzioni), per comprendere le dinamiche attuali ma, soprattutto, quelle prospettiche. I focus group, che affiancheranno i momenti di ricerca, vogliono essere un momento di confronto congiunto e costruttivo in chiave pre-competitiva. Ciascuno, poi, declinerà i risultati come meglio crede nell’ambito delle proprie politiche commerciali”. Il sistema, ancora una volta, è l’alveo ideale per esaminare, in questo caso, l’evoluzione del settore assicurativo attraverso più prospettive, per comporre un mosaico le cui tessere non sono ancora tutte al loro posto. Dal confronto con i casi eccellenti, anche a livello internazionale, potranno scaturire idee e proposte per un allineamento più veloce del nostro mercato. Le startup potranno fornire un ulteriore stimolo alla crescita, sia per il contributo applicativo, sia per quello in termini di approccio al mercato. Velocità, snellezza, capacità di intercettare nuovi bisogni e di dialogare con nuovi segmenti di mercato rappresentano un’altra sfida da cogliere durante le analisi dell’Osservatorio, attingendo proprio dal serbatoio delle startup sempre più presenti nel settore.