LO STUDIO

Internet, Italia lontana dai “big user”

State of The Net di Pee Research: il tasso di penetrazione del web si ferma al 60%, distante dalle vette toccate negli Usa (86%), Cile (76%) e Russia (73%). E la Rete si dimostra veicolo di libertà nei Paesi emergenti: più si naviga meno si tollerano le censure

Pubblicato il 05 Ott 2015

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In Italia, il tasso di penetrazione dell’utilizzo di Internet si ferma al 60,2%, dato prossimo a quello di Libano e Argentina, 62%, Polonia e Cina, 63%, e Venezuela, 67%, ma lontano dalle vette toccate da Stati Uniti, 86%, Cile, 76% e Russia 73% e da diversi Paesi Europei. A dirlo il rapporto State of The Net di Pew Research, secondo cui tra i Paesi prossimi ad avvicinarsi all’Italia, si trovano il Brasile, con una penetrazione del 51% ed Egitto e Messico con il 50%.
Proprio la maggiore diffusione di internet risulta essere alla base di un maggiore desiderio di libertà sul web: i Paesi a maggior diffusione sono anche quelli contrari alla censura governativa. In Venezuela, l’89% delle persone sono favorevoli all’eliminazione della censura, seguono Libano e Cile, che si attestano all’86%; chiudono il ranking l’Uganda con il 49% delle persone favorevoli e il Pakistan con il 22%.

“La crescita di internet raccontata è un’opportunità e oggi gli algoritmi accelerano la nostra società – spiegano Beniamino Pagliaro, Sergio Maistrello e Paolo Valdemarin, fondatori di State of the Net – Con gli strumenti, la rete può migliorare, ma instradare il cambiamento dipende da ogni singola persona”.

Tra le motivazioni che spingono maggiormente all’uso di Internet nei Paesi emergenti figura anzitutto l’educazione: il 64% della popolazione dei 32 Paesi esaminati ritiene che la rete abbia un’influenza positiva su questo tema. Il 53% ritiene poi che il web agevoli lo stabilire relazioni personali, mentre il 52% lo apprezza per fattori economici.
Una minor fiducia viene invece attribuita sulle questioni politiche: in questo caso il 30% ritiene che Internet abbia una cattiva influenza mentre il 36% afferma il contributo positivo. La situazione poi si ribalta sul tema della moralità: il 42% ritiene che il web abbia una cattiva influenza.

Lo stesso orientamento viene espresso del tipo di contenuto che si preferisce fruire attraverso i social network: mentre il 72% condivide musica e film e il 56% notizie sportive, si registra una maggior cautela verso i contenuti politici, condivisi dal 34% degli intervistati, e quelli religiosi, condivisi da meno di un terzo del campione (30%).

Proprio i social network rappresentano lo strumento principale di accesso alla rete per la maggior parte della popolazione nei Paesi emergenti. Vi accedono in questa modalità il 93% degli utenti internet nelle Filippine, l’88% di quelli del Kenia e del Venezuela all’88%. In Italia più del 60% della popolazione utilizza i social network, percentuale prossima al quella degli USA, 65%, e della Cina, 58%.

La possibilità di una maggiore libertà di condivisione via internet senza censure governative trova ampia risonanza in molti Paesi sudamericani: in Venezuela è auspicata dal 89% degli intervistati, il Cile dall’86% e in Argentina e Brasile dall’80%. In Bolivia la percentuale scende al 76%. Nel Medio Oriente e in nord Africa questo desiderio è espresso soprattutto in Libano, secondo in classifica con l’86% degli intervistati favorevoli, e in Egitto, quarto con l’83%. Chiudono il ranking l’Uganda con il 49% delle persone favorevoli e il Pakistan con il 22%.

Un accesso maggiore a internet genera un maggiore desiderio di libertà: la percentuale di intervistati che sono contrari alla censura dei governi su Internet risulta crescere sopratutto nei Paesi in cui la penetrazione di internet è più alta: in Cile, Venezuela, Libano, Argentina è compresa tra il 62 e il 76%. Mentre Uganda e Pakistan risultano più staccati dagli altri Paesi, con penetrazione dell’uso di internet limitata tra il 15 e l’8%.

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