Attualmente in fase di ricerca e prototipizzazione, la messa a regime avverrà nella prima metà del 2016. Ma la piattaforma Puglia digitale 2.0 – nata dal contratto di programma sottoscritto nel 2013, con un investimento di dodici milioni di euro tra pubblico e privato tra la regione Puglia e sette aziende del Distretto produttivo dell’informatica pugliese – sta già facendo parlare di sé. “Si tratta della prima filiera produttiva dell’It in Italia, mentre negli Stati Uniti esistono realtà simili, che ripropone le logiche delle filiere dei settori manifatturieri”, spiega a CorCom Gianni Sebastiano, presidente del Distretto e chief financial officer di Exprivia, capofila del progetto (le altre sei realtà sono Cle, Omnitech e Openwork, Gei inform, Link management and technology, Parsec 3.26).
“Specializzazione nelle differenti produzioni, pluralità di fornitori, economie di scala e un’entità che assembla e integra i vari componenti”, sono le caratteristiche della piattaforma descritte da Sebastiano, che sottolinea come Puglia digitale 2.0 rappresenta “l’esito di una collaborazione tra università del Salento, di Bari e politecnico di Bari, e imprese del Distretto che, nelle fasi di ricerca e implementazione, hanno vissuto una decisa crescita occupazionale”. A livello pratico, il primo aspetto rilevante del progetto è la collaborazione attiva tra gli attori in un sistema aperto: le imprese It, infatti, propongono sulla piattaforma i propri servizi, ne compongono di nuovi o realizzano applicazioni più complesse ricorrendo ai servizi già disponibili. E ancora, l’opportunità per i clienti finali – cittadini, pubbliche amministrazioni e imprese – che, per trovare soluzioni a diverse problematiche (dall’assistenza sociosanitaria a quella turistica, dalla bigliettazione elettronica all’info-mobilità) possono individuare le applicazioni a loro più consone. Infine, il ricorso al cloud, “che prevede la fruizione dei software con semplicità, immediatezza, tempi e costi ridotti.
Dunque una tecnologia in grado di esaltare nuove possibilità”, precisa il presidente del Distretto. Occorre ricordare che in due anni Puglia digitale 2.0 ha già consentito l’ingresso di oltre 70 occupati nelle sette imprese del Distretto (composto da circa cento imprese per 4.000 addetti e 800 milioni di fatturato), offrendo una serie di applicazioni e servizi: operare con la firma elettronica avanzata, calcolare indici relativi a determinate patologie, ricevere informazioni in tempo reale sul traffico urbano o su interruzioni di servizi pubblici. “La difficoltà iniziale è stata quella di trovare un feeling comune, tecnologico e di business, tra le aziende coinvolte”, riprende Sebastiano, convinto che questa piattaforma “potrà divenire un driver per la creazione di valore sul territorio”.