DDL CONCORRENZA

Turismo, ok alla norma “anti-Booking”: sconti liberi per gli alberghi

L’emendamento al ddl Concorrenza svincola gli albergatori dagli accordi con i colossi dell’online. Ma Booking.Com non ci sta: “Scelta contraria al digital single market”

Pubblicato il 07 Ott 2015

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Il consenso dei deputati alla misura proposta dal parlamentare Pd Tiziano Arlotti è stato quasi unanime, e ha sancito una prima vittoria per gli albergatori nella battaglia che Federalberghi ha intrapreso contro i giganti del turismo online e i vincoli che impongono alla categoria. L’emendamento al Ddl concorrenza approvato ieri alla Camera, infatti, consente agli hotel di praticare nel contatto diretto con i clienti tariffe più basse di quelle pubblicate online su Booking.com o su Expedia. Il Ddl concorrenza è stato oggi approvato dall’aula di Montecitorio con 269 voti favorevoli e 168 contrari: la legge dovrà ora affrotnare il passaggio in Senato per la seconda lettura. Immediata la reazione di Booking Italia, che sottolinea come “questa decisione del Parlamento italiano vada in direzione opposta agli sforzi verso un mercato unico digitale”

“Saranno nulle – recita il testo dell’emendamento – le clausole che obbligano gli albergatori a non praticare alla clientela finale prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa tramite intermediari terzi, anche online, indipendentemente dalla legge regolatrice del contratto”.

Una decisione che ha suscitato il risentimento di Booking.com: “Booking.com continuerà a sostenere gli obiettivi della Commissione europea per creare un vero mercato digitale unico europeo – afferma Andrea D’Amico, regional director di Booking Italia – Questo è il primo passo per assicurare la continua crescita dell’economia europea ‘tech’, che crea valore per i consumatori e le imprese Ue”.

“Avere tariffe competitive è fondamentale per noi per continuare ad effettuare investimenti e continueremo a impegnarci per offrire ai nostri utenti le condizioni migliori possibili all’interno del quadro normativo. Booking.com ha il 90% delle strutture con meno di 30 camere. A differenza degli alberghi internazionali, i piccoli, non hanno la forza di fare investimenti per la visibilità e la promozione internazionale. Per le strutture che aderiscono a Booking.com noi ci occupiamo dei contenuti e delle foto, traduciamo i testi in 42 lingue e diamo visibilità in Italia a oltre 90 mila strutture. A disposizione dei clienti c’è un servizio attivo 24 ore su 24 e in cambio non chiediamo nulla”.

“L’approvazione del Ddl concorrenza rappresenta una prima, fondamentale tappa nel cammino verso un mercato più libero e concorrenziale – affermano i relatori del provvedimento, Silvia Fregolent (Pd) e Andrea Martella (Pd) – Con il voto si segna una svolta nella lotta ai vari monopoli e oligopoli italiani, e si offrono maggiori garanzie ai cittadini. Da oggi la competizione commerciale nel campo delle assicurazioni, dell’energia, delle professioni ,del turismo alberghiero potrà avvenire con condizioni di maggiore parità e tutela del consumatore”.

Federalberghi ha accolto con soddisfazione l’approvazione dell’emendamento: “Si tratta di una decisione che dà ragione al mercato e al buon senso e stabilisce un nuovo e più corretto equilibrio nel rapporto tra le imprese ricettive e le multinazionali dell’intermediazione, completando il percorso che l’Antitrust aveva iniziato e timidamente lasciato a metà”, afferma Bernabò Bocca, presidente dell’associazione. “I primi a beneficiare di questa importante novità – evidenzia – saranno i consumatori. Non tutti lo sanno, ma quando un portale promette il miglior prezzo, in realtà sta dicendo che ha proibito all’albergo di offrire un prezzo più conveniente sul proprio sito internet”.

“Quando la legge entrerà in vigore, dopo la definitiva approvazione in Senato – prosegue Bocca – tutti gli attori saranno spronati a nuovi investimenti e ad una gestione più efficiente. Gli alberghi che vorranno potenziare le vendite dirette dovranno aumentare gli investimenti in tecnologia e nella formazione degli addetti. A loro volta, i portali, non potendo più contare sulla rendita di posizione offerta dalle clausole di parity, dovranno investire sulla qualità del servizio e sulla riduzione delle commissioni.”

“A ciò si aggiunga che la norma approvata ieri colma un consistente divario con la Francia, nostro principale concorrente, che ha abolito la parity rate con la legge Macron, entrata in vigore il 6 agosto scorso. Il medesimo principio è applicato anche in Germania, in seguito ad una decisione del Bundeskartellamt del 20 dicembre 2013. I tre paesi, con oltre 200mila hotel e più di 6 milioni di posti letto, possiedono più del 40% della capacità ricettiva dell’Unione Europea.” “In attesa dell’entrata in vigore della nuova legge – conclude il presidente di Federalberghi – i consumatori possono già oggi contattare direttamente l’albergo, telefonicamente o mediante posta elettronica, per verificare la disponibilità di prezzi o condizioni migliorative rispetto a quelli pubblicati online”.

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