MACHINA RESEARCH

Internet of Things, il segreto del successo sarà la eSim

Ricerca Machina Research: il nuovo tipo di Sim aiuterà l’industria a sfruttare la rapida crescita del settore in ottica 2020, quando ci saranno 26 miliardi di oggetti connessi nel mondo

Pubblicato il 15 Ott 2015

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L’IoT sta diventando sempre di più un acronimo d’uso comune, ma anche se nei prossimi anni diventerà sempre più ricorrente, non tutti hanno idea di cosa si stia parlando.

Introdotto nel 1999 da Kevin Ashton, viene dall’acronimo Internet of Things ovvero l’Internet delle cose, sostanzialmente è un neologismo riferito a tutti gli oggetti che abbiano un’estensione nel mondo di Intenet o viceversa. Alcuni campi in cui possiamo ritrovarlo sono: Domotica, Robotica, Industria automobilistica. Biomedicale, Sistemi Embedded, Telematica e molti altri ancora.

In pratica stiamo parlando della prossima evoluzione di Internet, dove gli oggetti che quotidianamente utilizziamo, riescono a facilitarci la vita, grazie alla rete, diventando “intelligenti” in un’interconnessione che dia un’identità elettronica alle cose ad ai luoghi del mondo fisico.

E’ interessante anche vedere la commistione tra IoT e l’Embedded SIM (eSIM) ovvero il nuovo tipo di Sim, che a breve arriverà sia per il mercato M2M sia per il Consumer e di cui già s’intravedono alcuni esempi, come lo smartwatch Samsung Gear S2 3G, appena uscito e che ha appunto a bordo una eSIM.

Visto che, come dicevamo, i vari oggetti dovranno tutti essere connessi in rete e visto che la eSIM lanciata dalla Gsma (GSM Association) ha molti vantaggi rispetto ad una Sim normale, basti pensare alla possibilità di poter scegliere l’operatore direttamente da device, un po’ il concetto dell’Apple Sim, anche se le due sono ben distinte, l’adozione nel campo delle eSim di un’unica ed interoperabile specifica, secondo la società di ricerca Machina Research, ridurrà la frammentazione e aiuterà l’industria a sfruttare la rapida crescita dell’Internet of Things, con un valore stimato di circa un trilione di dollari entro il 2020.

Molte sono anche le stime che circolano sulla diffusione dell’IoT e che come termine si prefiggono di solito la data del 2020, per esempio per Gartner nel 2020 ci saranno 26 miliardi di oggetti connessi a livello globale, ABI Research stima che saranno più di 30 miliardi.

A parte i numeri sulla sua diffusione o i futuri guadagni, è chiaro che in un mondo, dove tanti dei nostri oggetti personali saranno connessi, il vero pericolo sarà sulla sicurezza, in quanto ad essere attaccato non sarà più solamente il nostro computer, ma anche i nostri televisori, le nostre case (intese quelle domotiche) e le nostre auto, sempre più dipendenti dall’elettronica e dalla rete, minacciando la nostra privacy e questo è e sarà un tema caldo che bisognerà risolvere il prima possibile, in quanto, forse, l’IoT sarà così “intelligente” che arriverà prima del 2020 e noi non saremo preparati per affrontarlo.

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