Abuso delle tecnologie di sorveglianza nelle scuole e applicazioni mangia-dati: i Big Brother Awards, una competizione annuale organizzata in Belgio da Liga voor Mensenrechten in collaborazione con European Digital Rights, hanno quest’anno dato il loro anti-premio ai sistemi di screening scolastici e alle applicazioni che raccolgono dati senza chiarire le loro policy sulla privacy.
Il numero uno dei “violatori di privacy” sono i sistemi che controllano i ragazzi nelle scuole in cerca di segnali di “radicalizzazione”, con l’intento dunque di prevenire episodi di violenza. Tuttavia “le attuali tecnologie – in genere approvate o accettate dalla società – vengono abusate in modi che vanno oltre ciò che è accettabile”, ha dichiarato la giuria dei Big Brother Awards 2015. “Inoltre, il fine non giustifica i mezi. Questo tipo di sorveglianza rappresenta una grave rottura della fiducia che si deve instaurare tra scuola e studente. E’ invece un esempio lampante di come le scuole possono oltrepassare il segno. Se si crea un clima di paura e sospetto, c’è il rischio che questi diventino dei valori per i giovani”.
Sul banco degli imputati sono finite anche le applicazioni che raccolgono dati in modo intrusivo: la Flemish Law Society (OVB), che ha sostenuto questa nomination, ha criticato la generalizzata raccolta di dati da parte delle app e le loro spesso poco trasparenti policy sulla privacy.
“Le app vi conoscono più di quanto voi conosciate voi stessi, sanno sempre dove siete”, dice la OVB. “Le disposizioni sulla privacy non indicano con chiarezza le ragioni e i modi in cui le informazioni personali sono raccolte e utilizzate. E i consumatori non ne sono pienamente consapevoli, o non pensano che sia importante”. “Le app usano i vostri dati per generare guadagni e si aggiornano automaticamente senza chiedere la vostra autorizzazione, anche se il motivo della raccolta dei dati è nel frattempo cambiato”, si legge anche sul sito bigbrotherawards.be dove anche il pubblico ha potuto votare il suo “Grande Fratello” 2015.
I Big Brother Awards sono organizzati con la collaborazione di Kinderrechtencoalitie, Orde van Vlaamse Balies, Vlaamse Vereniging van Journalisten, Ligue des Droits de l’Homme, datapanik, Mediawijsheid e Koninklijke Vlaamse Stadsschouwburg.
“Le scuole non dovrebbero controllare le attività online dei loro studenti. Anche i ragazzi hanno il diritto alla libera espressione e alla privacy“, hanno concluso gli organizzatori. “Fiducia e presunzione di innocenza fino a prova contraria sono la base di un approccio preventivo; non ci si dovrebbe concentrare sulla repressione. E i giovani sono in cerca di identità: è anche giusto che abbiano l’opportunità di sperimentare”.