OSSERVATORIO AGCOM

La fibra al giro di boa: oltre un milione di accessi e l’Adsl perde quota

Secondo i dati dell’Osservatorio trimestrale Agcom sono in costante aumento le connessioni alle reti Ngn e Lte. Le linee con velocità oltre i 10 Mb a quota 25%. In forte calo le linee fisse. E in diminuzione anche le sim

Pubblicato il 20 Ott 2015

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Cresce la banda ultralarga in Italia. E sono le reti in fibra e quelle Lte a trainare gli accessi. È quanto emerge dall’Osservatorio trimestrale Agcom (marzo-giugno 2015) secondo cui sono aumentati di 660mila unità gli accessi al broadband fisso in modalità Fttc/Ftth a fronte di una progressiva perdita di quota dell’xDsl che ha registrato un calo per 210mila unità. Gli accessi broadband a metà anno hanno superato i 14,6 milioni, aumentando in un anno di 440 mila unità (+270mila da inizio anno) ed i servizi Nga superano il milione di accessi (+300mila da inizio anno) grazie alla crescita, in particolare – evidenzia l’Agcom – degli accessi di Telecom Italia e di Fastweb. La quota di Telecom Italia è pari al 47,5%. (-1,3% rispetto a giugno 2014), rallentata dal buon andamento degli accessi in fibra, mentre cresce la “fetta” degli altri operatori, in testa Fastweb (+0,7%)

La banda larga piace dunque sempre di più agli italiani: in un anno (da marzo 2014 a marzo 2015) è raddoppiata la crescita degli accessi (da +190mila a +400mila) e le linee con velocità superiore ai 10 Mb/s sono il 25% del totale.

Sul fronte mobile ammontano a 46 milioni le sim che hanno effettuato traffico dati – in aumento del 49% – nel secondo semestre dell’anno, pari ad una crescita su base annua del 13,7%. Stando alle stime Agcom il traffico unitario delle sim che effettuano traffico dati è cresciuto, in 4 anni, da 3,5 a 7,3 Gb /trimestre. Rallenta la flessione della customer base rispetto agli ultimi trimestri (-0,2 milioni su base trimestrale e -2,7 milioni rispetto a giugno 2014). Su base annua le linee Mno diminuiscono di 2,8 milioni, mentre quelle degli Mvno a seguito anche della flessione di Lycamobile risultano sostanzialmente stabili.

Telecom Italia in testa con il 32,3% di marketshare (+0,3% rispetto a giugno 2014), mentre al 26,7% scende Vodafone (-1,4% su base annua). Gli sms hanno sbuito in un anno un tracollo del 35%, principalmente per l’effetto sostituzione con app di messaggistica mobile.

Si conferma inoltre il forte trend di discesa degli accessi alla rete fissa del telefono: con una discesa di 510mila linee negli ultimi dodici mesi, gli ultimi dati dell’Osservatorio Agcom confermano il trend già emerso in precedenza e che indica che negli ultimi 4 anni hanno ‘staccato’ il telefono circa due milioni di italiani. Per la rete mobile, le linee totali sono diminuite di 2,7 milioni su base annua.

Riguardo all’uso di Internet è in aumento la popolazione che lo utilizza per informarsi, dal 38,2 al 54,1% fra il 2010 e il 2015. Sul fronte media Rai e Mediaset perdono ascolti (dal 35% al 32% circa) a favore, in particolare, dei canali editi da Discovery. Nell’ultimo anno si è ridotta di circa 350.000 copie la vendita di quotidiani.

Ricavi sostanzialmente stabili per i servizi postali ma crescono quelli dei corrieri espresso (+6,5%) a fronte di una decrescita di quelli tradizionali (-5%).L’indice ponderato dei prezzi del paniere di beni e servizi di comunicazione, elaborato da Agcom su dati Istat, mostra una riduzione di oltre il 16% rispetto al giugno 2011. Nel medesimo periodo l’indice generale dei prezzi è cresciuto del 5,1%. Anche il canone Rai e l’editoria periodica, hanno registrato una crescita (rispettivamente del +2,7% e +1,5%) inferiore alla media dei prezzi al consumo, mentre risulta superiore per la pay TV (15,1%) e l’editoria quotidiana (+22,6%). Il confronto internazionale vede l’Italia mostrare indici dei prezzi inferiori alla media europea (-19,7% nelle telecomunicazioni e -4,3% nei servizi postali).

I DATI DELL’OSSERVATORIO TRIMESTRALE AGCOM

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