Una partita da quasi cinque trilioni di dollari. Tanto vale, secondo Ovum, la Second Digital Revolution che di qui al 2025 investirà tutte le industrie, nessuna esclusa, facendo lievitare le revenue delle tech-company che sapranno intercettare il nuovo trend. Un’opportunità che a quantificarla – stimano gli analisti – vale il 30% in più rispetto alle potenzialità offerte oggi dal mercato.
Se la prima rivoluzione digitale – quella del ventennio 1995-2015 – ha investito prevalentemente il mondo consumer, media e retail quella di seconda generazione farà fare il grande “salto” alle aziende di tutto il mondo: “Sempre più business verticali e sempre più processi saranno impattati dal digitale e automatizzati. E ciò a catena si riverserà su tutte le catene del valore”, commentano gli analisti di Ovum. A beneficiare della nuoca ondata saranno soprattutto quelli che la società di analisi definisce i digital enablers, gli “abilitatori” digitali ossia quelle aziende che saranno in grado di fornire la tecnologia e la connettività. Ma ad accaparrarsi la fetta di torta più grande saranno i fornitori di enterprise technology.
“Ci saranno inevitabilmente vincitori e perdenti”, dicono gli analisti e a vincere saranno quei digital enabler che diventeranno smart player “che beneficeranno più degli altri dell’evoluzione della digital economy”. Gli smart player – sosttiene Ovum – sono quelle aziende in gradi di abilitare servizi, dispositivi, applicazioni, relazioni con i clienti nonché di fornire le relative piattaforme attraverso cui clienti e terze parti potranno accedere per distribuire a loro volta contenuti e applicazioni. Apple, Google, Facebook, Amazon e Microsoft le aziende considerate ad oggi più “promettenti” anche se – avverte Ovum – nuovi attori potrebbero affacciarsi sul mercato sull’onda dell’evoluzione di Internet e del settore dei media.
“Il buon rapporto costo-beneficio della connettività, una maggiore capacità computazionale e avanzamenti tecnologici quali l’intelligenza artificiale e gli analytics, faranno da traino alla seconda rivoluzione digitale impattando su tutte le industry”, commenta Steven Hartley, Practice Leader, Service Provider and Markets di Ovum. Il successo dei digital enablers sarà però condizionato da una serie di fattori. Secondo Ovum sono quattro le principali “variabili”: a vincere saranno quelle organizzazioni in grado di collaborare con competitor, partner, fornitori, di mettere il consumatore sempre al centro del processo decisionale, di innovarsi e di ragionare in larga scala. “La competizione sempre più agguerrita, guidata dalla crescita delle revenue e facilitata da un ecosistema sempre più aperto, obbligheranno le aziende a mettere le esigenze dei consumatori al centro delle politiche decisionali. Innovazione, partnership, larga scala, agilità e servizi in bundling saranno vitali per affrontare il mercato”, conclude Hartley.