Parisi: “Chili Tv e Netflix. Insieme spingeremo il mercato della tv online”

Il presidente della prima Internet tv italiana: “Siamo una piattaforma indipendente, il video è core-business.
Abbiamo toccato i 450mila utenti, un ruolo da apripista”

Pubblicato il 23 Ott 2015

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«Netflix? Non vedevamo l’ora. Contiamo su Netflix per spingere il mercato italiano della Tv online: finora il ruolo di ‘evangelizzatori’ l’abbiamo svolto noi». Parla Stefano Parisi, presidente di Chili Tv, pioniera della Internet Tv italiana. Ma anche unico player in Europa a offrire film e serie in modalità Vod (video on demand): cioè paghi e guardi, senza abbonamento, secondo un business model perseguito da pochi altri operatori (fra gli altri, iTunes). Ma la vera connotazione di Chili è un’altra: “Siamo una piattaforma indipendente, e questo fa la differenza”.

Che significa questo, Parisi? E che differenza fa?

Siamo gli unici indipendenti nel senso che il servizio di video corrisponde esattamente al nostro core business. Non siamo broadcaster che rischiano di cannibalizzare le proprie attività. Non siamo telco operator che offrono servizi video in bundle. E non siamo una multinazionale. Non dobbiamo servirci dell’offerta video per spingere altri business: l’offerta video “è” il nostro business. Questo significa che l’utente può venire a cercare film o serie su Chili pur essendo già abbonati ad altri player, come per esempio Infinity, che sono invece in abbonamento. Questi fattori ci danno una maggiore dinamicità, rispetto ad altri, che ci consente di muoverci su più piani.

E anche di espandervi su altri mercati.

Siamo sbarcati in Germania, Gran Bretagna, Polonia dove andiamo molto bene. Il nostro obiettivo è diventare una piattaforma europea.

E in Italia, non vi preoccupa un ulteriore affollamento di player?

Anzi: ci troviamo a navigare in un mercato ancora piccolo che vale al momento circa 40 milioni di euro. Poco, se consideriamo gli altri Paesi europei. Il mercato streaming europeo vale 2 miliardi, il cui 50% è rappresentato dai consumi britannici e dei Paesi del Nord. Non possiamo che rallegrarci, quindi, di una crescita del mercato del nostro Paese: meglio coprire il 10% di un mercato più vasto. Pensiamo di avere le carte in regola per giocare una bella partita, in questo terreno.

Ma in Italia c’è una scarsa propensione italiana per il film in streaming.

Ancora sì, per mille motivi. Eppure si tratta di un driver formidabile per gli operatori tlc che però non riescono ancora a valorizzare le proprie offerte in bundle.

Sarà anche che le vendite di smart Tv vanno a rilento?

Sbagliato: la vendite stanno crescendo con un tasso a doppia cifra. Nel 2015 si prevede un totale di 2,8 milioni di apparecchi venduti, nel 2018 saranno 7 milioni. Oggi il mercato vale 53 milioni di euro, ma nel 2018 crescerà a 4,3 milioni. Il guaio è che gli italiani utilizzano scarsamente la propria smart Tv per connettersi a Internet. In Germania, il 70% dei possessori di smart tv invece la connette.

Servizi Vod sono offerti anche da iTunes, un concorrente terribile.

Ma Apple tradizionalmente punta all’offerta per spingere i propri hardware. Nel caso dei film, l’Apple Tv, più volte ritoccata. Così come la library di Tim Vision, e dei player con cui ha stretto accordi – Netflix incluso – passa dal set top box.

Invece Chili?

Chili è consumabile da pc, smartphone e tablet ovviamente. Ma anche dallo schermo televisivo: smart Tv, oppure con la chiavetta di Google, Chromecast.

Questa “indipendenza” vi ha portato finora a quanti iscritti?

Siamo a quota 450mila utenti: siamo riusciti a convincerli a utilizzare formati diversi per un film. Abbiamo svolto un ruolo da apripista.

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