“Il possesso di un televisore, non di altri device, è il requisito per il pagamento del canone”. Il sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonello Giacomelli, intervenendo sulle frequenze di Radio24 durante la trasmissione 24Mattino, ha ribadito che l’impianto della normativa in vigore non verrà cambiato. Giacomelli ha spiegato che è stata solo aggiunta “una presunzione del possesso del televisore che è il contratto di fornitura elettrica”, lasciando però aperta la possibilità di modifiche in futuro.
La richiesta di pagamento del canone, che potrà essere pagato a rate, arriverà solo «con il contratto della fornitura elettrica dell’abitazione dove si è residenti”. Rispetto ai 100 euro non sarà prevista “alcuna maggiorazione e nessuna imposta aggiuntiva» come le accise previste per l’elettricità, in quanto la bolletta sarà solo la modalità di pagamento. Sarà il decreto attuativo a stabilire le modalità con cui comunicare il mancato possesso della televisione anche se, ha ricordato Giacomelli, già esiste la possibilità di effettuare un’autocertificazione.
Il sottosegretario ha poi ricordato che secondo i dati Istat il 97% degli italiani possiede un televisione, ma questo numero non emerge dai dati sul pagamento del canone. Proprio in merito all’evasione, la cui sanzione prevista dalla Legge di Stabilità 2015 va da due a sei volte il prezzo del canone, Giacomelli ha ricordato che il Mef aveva valutato “l’idea di togliere questa forbice e stabilire una sanzione pari a 5 volte la somma dovuta”, ma che comunque “sarà il Parlamento a decidere”. A Radio24 Giacomelli ha spiegato anche che per chi non ha pagato negli anni precedenti “purtroppo non succede niente, non perché sia un condono, ma perché l’utente avrebbe buon gioco a dire che ha acquistato solo ora il televisore”.
Le modifiche al canone Rai si inseriscono nella più generale riforma del servizio pubblico televisivo che, come spiegato a Repubblica dalla neopresidente Monica Maggioni, punterà sulla digitalizzazione e su una maggiore attenzione ai giovani . “Dobbiamo liberare la Rai dalla burocrazia e rivolgerci anche alle nuove generazione che rispetto a noi parlano un’altra lingua”, ha spiegato Maggioni convinta a ridare alla tv pubblica “un ruolo primario nell’alfabetizzazione del paese” puntando sul digitale.
“C’è una parte di italiani che non sa nemmeno cosa siano i social network, dovremmo spiegarglielo – ha sottolineato il presidente Rai a Repubblica – E c’è un’altra parte, i nativi digitali, cui dobbiamo offrire un prodotto moderno”. Rispetto alla nuova prospettiva del servizio pubblico stile Netflix, preannunciata ieri dal dg Campo Dall’Orto, Monica Maggioni si è detta convinta che “stare fuori da quel settori oggi significa regredire” pur predicando calma: “Non c’è nulla di stabilito, fa parte di un possibile percorso”.