San Francisco si schiera con Airbnb. I cittadini hanno respinto la proposta di mettere un tetto alla durata degli affitti da parte dei privati. Contro la “Preposition F” hanno votato il 55% degli elettori, rigettando il limite massimo consentito di 75 giorni l’anno. Airbnb non avrà dunque alcuna limitazione sulla durata dell’affitto di stanze o interi appartamenti.
A favore della restrizione si erano schierate varie associazioni di proprietari di case, che temevano la fuga da San Francisco degli affittuari di lungo periodo.
Airbnb, il cui valore attuale si aggira intorno ai 25 miliardi, ha investito ben otto milioni di dollari nella campagna referendaria: un battage pubblicitario incessante e capillare, che ha visto schierati in campo centinaia di volontari. Reclutato da Airbnb Chris Lehane, già addetto alla comunicazione del presidente Clinton, che in agosto aveva commissionato uno studio all’ex consigliere economico di Barak Obama, Gene Sperling, su quanto la piattaforma di locazione contribuisca a combattere l’impoverimento della classe media, che l’anno scorso ha versato 12 milioni di dollari d’imposte alle casse comunali.
Meno consistenti i fondi raccolti dai comitati pro-limitazioni, spaventati da un’aggravarsi della crisi del mercato immobiliare: solo 300mila dollari.
Il sindaco della città, il democratico Edwin Mah Lee, si è schierato dalla parte del sito di locazione, sottolineando quanto San Francisco sia divisa dalle ineguaglianze sociali e dal boom dell’industria high tech, che “ha contribuito a ridurre al 3,2 per cento il tasso di disoccupazione”.