Guardate l’articolo a sinistra: comincia con un’equazione. Secondo Stephen Hawking, è la soluzione perfetta per dimezzare il numero dei suoi lettori. Il celebre fisico racconta dell’ammonimento ricevuto anni fa dal suo editore: ogni equazione pubblicata in un libro, diminuisce del 50% il numero dei potenziali lettori. Al punto che Hawking, nel suo best seller «Dal big bang ai buchi neri» decise di mettercene solo una, ma la più popolare di tutte: E=mc2.
Questo la dice lunga su come viene vista la matematica nella nostra società matematica. Una società che si affida sempre di più all’intelligenza delle equazioni e degli algoritmi, ma dove, curiosamente, una larga maggioranza di persone si vanta, o quantomeno non si vergogna, della propria ignoranza in materia.
Se estesa in un futuro ad alto tasso di robotizzazione, una simile contraddizione potrebbe sfociare in sgradevoli conseguenze, come la divisione sociale fra chi conosce la matematica e chi no. Ma, anche senza questi scenari distopici da fantascienza spicciola, resta il fatto che oggi, il mondo industrializzato vive già gli effetti della medesima contraddizione: sul mercato del lavoro c’è scarsità di matematici.
Già durante la presidenza di George W. Bush (un altro che era solito scherzare sul proprio analfabetismo matematico) gli Stati Uniti avevano levato l’allarme sulla scarsità di matematici sul mercato. Ma è un sentimento che attraversa tutto il mondo occidentale, anche se – va detto – una rapida ricerca sul web rivela che è dagli anni ’60 che questa preoccupazione, senza che il progresso scientifico si sia mai arrestato.
Ma c’è un gap culturale che, nel lungo periodo, potrebbe rivelarsi discriminante. Nelle famiglie cinesi, si dà per scontato che la matematica è la materia numero uno del curriculum scolastico. «Tutti si aspettano che nella società moderna uno studente sia ferrato in matematica – dice Lianghuo Fan, un professore cinese che insegna in Inghilterra e tocca con mano la distanza culturale fra i due mondi – anche a costo di spezzarsi la schiena sui libri». Se un Paese non frappone stupidi pregiudizi fra la difficoltà dell’apprendimento matematico e le opportunità che questo offre, ha una straordinaria carta in più da giocare sul palcoscenico globale. È una variabile importante, nell’equazione del dominio cinese prossimo venturo.
P.S.: l’autore di questo articolo non conosce la matematica e non se ne vanta.