“Vent’anni fa avevamo il miglior settore delle telecomunicazioni al mondo. Poi con la regolamentazione ogni burocrate a Bruxelles si è creato il proprio orticello nazionale. Oggi la gente perde soldi e quindi si smette di fare investimenti”. Lo ha detto Davide Serra, fondatore e ceo di Algebris investments, intervistato in Tv da Class Cnbc. “Negli Usa gli operatori sono 4, mentre in Ue 75 a causa della regolamentazione”.
Quanto all’implementazione della banda larga in Italia, secondo Serra si tratta di un “tema di push e pull. Se fai investimenti su un prodotto che nessuno vuole, non fai altro che perdere soldi”. “Il vero tema – prosegue – è che gli investimenti siano ben regolamentati. Il quadro normativo negli ultimi vent’anni è stato un disastro perché avevamo un primo ministro, Silvio Berlusconi, in conflitto di interessi che voleva di tutto fuorché la banda larga. Di conseguenza, per non disincentivare a livello normativo, continuava a cambiare le regole. Le aziende non facevano quindi gli investimenti”.
Quanto all’ingresso di Vivendi e di Xavier Niel in Telecom Italia, “Tutte le volte che si vedono capitali che entrano in Italia in gruppi imprenditoriali – sostiene Serra – è positivo. Capitale uguale investimenti, uguale creazione di occupazione”.
“Vivendi – prosegue Serra – è una delle migliori aziende di media in Europa. Bolloré è un imprenditore, e l’Ad Arnaud de Puyfontaine, è un ottimo amministratore: hanno una visione integrata. Hanno capito che c’è convergenza tra il settore delle tlc e quello dei contenuti”. “Niel – conclude Serra – è un imprenditore che da zero ha creato un impero e l’ha venduto perché gli hanno fatto un’ottima offerta. A questo punto con il capitale, invece di investire in fondi, ha investito in un’azienda delle telecomunicazioni in Italia”.