La Regione Toscana punta a regolamentare la cosiddetta “sharing economy”: una volontà comunicata dopo l’incontro avvenuto giorni fa tra l’assessore al turismo e alle attività produttive Stefano Ciuoffo e il country manager di Airbnb Italia Matteo Stifanelli. Obiettivo della Regione è “rendere più chiara l’offerta di abitazioni ed il tipo di contratto sottoposto, attraverso una rimodulazione della normativa regionale in materia turistica che includa la regolamentazione delle forme di sharing economy”.
Regione ed Airbnb hanno concordato sull’opportunità di un quadro normativo chiaro: “Ad Airbnb abbiamo chiesto di collaborare, nei prossimi mesi, alla stesura di una nuova normativa”, ha spiegato Ciuoffo, rivelando che la società “si è dimostrata aperta anche a valutare progetti, in autonomia o in collaborazione con le istituzioni regionali e cittadine, che favoriscano lo sviluppo di un’offerta di spazi ed appartamenti in quartieri ed aree delle città d’arte diversi dal centro storico e un progressivo ulteriore decentramento dell’offerta ricettiva”.
“Airbnb, in Toscana così come altrove in Italia e nel mondo, – ha commentato Stifanelli – è felice di collaborare con le istituzioni ed avviare con esse un dialogo proficuo che possa portare alla definizione di regole in linea con le nuove richieste di chi viaggia e di chi è in possesso di spazi inutilizzati presso le proprie case”. Ciuoffo giudica positivamente il confronto avviato con la società: “Da amministratore – ha detto – non c’è intento di frenare l’evoluzione o l’innovazione tecnologica applicata alla vita sociale, quanto adoperarsi per far sì che ci sia trasparenza nei servizi offerti e rispetto delle regole da parte di tutti, a beneficio sia del cliente che della comunità. Airbnb, in quanto piattaforma elettronica, grazie alla tracciabilità delle transazioni è un potenziale strumento di trasparenza. La Toscana è favorevole allo sviluppo di forme di sharing economy che però vorremmo avvenisse con regole chiare e condivise ed in modo compatibile con altre offerte di ricettività turistica”.
Con queste premesse, ha concluso l’assessore, la Regione è pronta ad avviare collaborazioni anche con altre piattaforme, “senza però limitarsi alle città d’arte, ma cercando di estendere l’offerta ai territori toscani più periferici, laddove non esistono forme di ospitalità alternative e dove può maturare l’opportunità di generare un’offerta in grado di moltiplicare i benefici che derivano dalla sharing economy, come nelle zone che si trovano vicino ad itinerari di grande interesse, lungo la Francigena toscana ad esempio”