STRATEGIE

Vivendi punta a 3 poltrone nel cda di Telecom Italia

La società francese potrebbe proporre la nomina di propri consiglieri senza toccare il management. Una mossa per segnalare l’interesse industriale e di lungo periodo nei confronti dell’azienda italiana

Pubblicato il 12 Nov 2015

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Vivendi proporrà nel corso dell’assemblea di Telecom Italia la nomina di due o tre propri consiglieri nel Cda, che dunque lieviterà a 15-16 membri, dagli attuali 13. Lo scrive Repubblica, che spiega che il gruppo francese non intende comunque toccare il management della società italiana, ma anzi intende ribadire fiducia a Marco Patuano e Giuseppe Recchi fino al 2017. Con questa mossa Vivendi spera di fare chiarezza nella sua strategia italiana e fugare i dubbi sollevati da alcuni investitori.

La trimestrale deludente di Vivendi ha spinto il mercato a penalizzare le azioni del gruppo francese, che infatti è subito ricorso allo strumento del buy-back per sfruttare i corsi bassi e sostenere le azioni. Con uno sguardo proiettato più avanti nel tempo, Fitch ieri ha confermato però il rating BBB per la società guidata da Arnaud de Puyfontaine e Vincent Bolloré, con outlook stabile.

Gli analisti dell’agenzia di rating hanno valutato positivamente la “buona posizione degli asset del gruppo nei media” e hanno anche previsto che nel medio termine Vivendi farà ricorso a nuova leva per effettuare investimenti e per remunerare i soci, il che dovrebbe portare a incidere nettamente sull’attuale posizione di cassa, positiva per 8 miliardi di euro.

La vendita degli asset nelle tlc e di Activision Blizzard ha dato al gruppo un profilo incentrato appunto sui media (Canal Plus e Universal Music Group), con un focus di business più ristretto e quindi potenzialmente più esposto agli effetti ciclici e secolari, il che per Fitch potrebbe rappresentare un fattore sia positivo sia negativo. Ad esempio l’avvento di operatori come Netflix, che sta pian piano facendo la sua comparsa nei mercati europei, Italia compresa, potrebbe ad esempio indebolire la pay-tv.

Fitch si aspetta però che Vivendi ricorra all’attività di m&a per rafforzare il portafoglio core nei media e nei contenuti, in aree quali la produzione e la distribuzione globale di contenuti. Ed ecco, parlando di distribuzione, come nell’analisi dell’agenzia di rating entri in campo Telecom Italia. Per Fitch infatti c’è “un forte elemento opportunistico” nella strategia di Vivendi. L’agenzia sottolinea in particolare come siano “opportunistici” sia l’investimento in Telecom (20,03%) sia quello in Telefonica (0,95%), “basati sulla creazione di valore e sul potenziale nel medio-lungo termine di utilizzare le relazioni e gli investimenti per la distribuzione di contenuti”. Un obiettivo sul quale, conclude la nota di Fitch, l’attuale management di Vivendi ha già dimostrato di avere elevata esperienza. Insomma, un futuro fatto di telecom e di m&a, che quindi tiene aperta la porta a tutti gli scenari riguardanti possibili operazioni straordinarie, che da mesi tengono banco quando si parla di Telecom Italia.

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