Anche l’Italia può essere oggetto di un attacco informatico
disastroso come quello che ha bloccato l’Estonia nel 2007 o la
Georgia nel 2008. Se cyber-terroristi dovessero assalire le aziende
critiche nei settori nell’energia, dei trasporti, delle
comunicazioni, delle banche o dell’e-Government, si avrebbe il
blocco della distribuzione di prodotti e servizi essenziali per la
popolazione, compromettendo la normale vita di un Paese e dei suoi
abitanti.
A lanciare un segnale sono stati i maggiori esperti italiani di
sicurezza di grandi aziende, pubbliche e private, dei settori
dell’energia, dei trasporti, delle comunicazioni e del sistema
bancario, che si sono riunite con le loro associazioni – Aiic,
Anssaif e BCManager – per analizzare i possibili scenari e
scambiarsi le rispettive esperienze professionali ed
organizzative.
Per illustrare come le Istituzioni sono attente al problema,
Domenico Vulpiani, dirigente generale della Polizia di Stato, e
Luisa Franchina, responsabile della Segreteria tecnica per il
coordinamento delle attività interministeriali per le
infrastrutture critiche della Presidenza del Consiglio dei
Ministri, hanno presentato le relazioni sui rischi e su quanto si
sta facendo in collaborazione con le altre nazioni, anche in vista
del Dlgs con cui l’Italia recepirà la Direttiva Ue sulla
protezione delle infrastrutture critiche.
Fra le esperienze più significative è risultata quella del
sistema bancario, che esegue più test annuali ipotizzando eventi
disastrosi che blocchino il servizio. I maggiori gruppi bancari
riescono, infatti, a reagire ad un disastro nell’arco di qualche
decina di minuti. Significative anche i modelli organizzativi di
protezione dei sistemi e dell’efficienza illustrati dai
responsabili della sicurezza di Alitalia, Ferrovie dello Stato ed
Enav.