Spada (Ngi): “Wireless fondamentale per ultrabroadband in cluster D”

Il presidente e ad a CorCom: “Bene la sinergia tra Enel e gli operatori Fixed Wireless Access. La soluzione Fttc ha limiti tecnici imposti dalle distanze. Soluzioni wireless più adatte nelle aree isolate e rurali”

Pubblicato il 18 Nov 2015

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“Le aree più difficili del Paese, quelle del cosiddetto cluster D, non possono restare indietro una seconda volta. In questo senso la sinergia tra Enel e gli operatori Fwa rappresenta una grande opportunità per portare la banda ultralarga in quelle zone”. Lo dice Luca Spada, presidente, Ad e fondatore di Ngi. Dopo aver portato la banda ultralarga in 13 regioni in condizioni di forte divario tecnologico, Spada evidenzia le opportunità e i rischi legati alla copertura veloce nelle aree periferiche del Paese.

Il Sottosegretario Antonello Giacomelli qualche giorno fa si è dichiarato fiducioso sul via libera europeo per gli investimenti del Governo nei cluster C e D. Che ne pensa?

Le rispondo con un dato di fatto: gli esiti della Consultazione Banda Ultralarga 2015 svolta da Infratel, che individua le aree in condizioni di “fallimento di mercato”, parlano chiaro: circa il 56% della popolazione italiana (33,4 mln di abitanti) rientra nei cluster C e D, ovvero in quelle aree del Paese in cui non si registra l’interesse ad investire dei grandi operatori fissi e mobili. Si tratta di una percentuale rilevante del Paese, anche considerando che, lo scorso agosto, per queste aree il Cipe ha stanziato 2.2 miliardi: in questo contesto le soluzioni wireless fisse (cd. FWA) potrebbero dare un contributo significativo al raggiungimento dei target prefissati da Governo (considerando che si tratta di una tecnologia più economica di quella wired e con tempi di deployment ridotti).

Che ruolo ha il Fwa e, di conseguenza, il lavoro di una società come la vostra, nel raggiungimento degli obiettivi nel cluster D?

Le soluzioni wireless fisse nelle aree rurali e sub-urbane sono le più idonee a garantire la diffusione di servizi a banda ultralarga poiché permettono di avere costi più bassi di quelle su cavo e tempi di realizzazione più rapidi. Il ruolo del FWA è, quindi, cruciale per il raggiungimento degli obiettivi nel cluster D: consentirebbe di realizzare infrastrutture future proof, con elementi di forte scalabilità, e di ridurre lo spreco delle già limitate risorse economiche destinate al finanziamento degli interventi in queste aree.

Anche qui le rispondo con dei dati: NGI, con l’architettura FWA e grazie agli investimenti realizzati negli anni, ha già realizzato una copertura del 90% delle aree appartenenti al cluster D e del 70% delle aree appartenenti al cluster C nel Nord e Centro Italia. La nostra rete wireless EOLO, sviluppata proprio per combattere il digital divide, serve oggi oltre 5.000 comuni con connessioni a 30 Mbps. È grazie a questi risultati che sentiamo di poterci definire “paladini” del cluster D: siamo nati in queste aree e in queste aree continuiamo a investire per evitare che l’Italia continui ad essere un Paese “a due velocità”, a svantaggio di una parte non poco rilevante del territorio nazionale. In futuro, le tecnologie FWA permetteranno di portare connettività fino a 100 Mbps, per farlo, però, la fibra ottica ha un ruolo fondamentale, come fondamentale è il contributo pubblico.

Quali sono gli strumenti per raggiungere la velocità di 100 Mbps anche nelle aree rurali e sub urbane?

Nel cluster D la rete in rame di Telecom Italia presenta gravi carenze infrastrutturali nella tratta di rete di accesso secondaria, mentre il FWA rappresenta una soluzione ideale per l’accesso. Crediamo che si dovrebbe puntare all’FTTN (Fiber To the Node/Tower): portando la fibra alle torri e ai siti di trasmissione radio (non ai cabinet) si garantirebbe a più operatori la possibilità di erogare servizi. In questi siti, infatti, anche nel cluster D vi è la presenza di una pluralità di operatori (wireless fissi, mobili, broadcaster). La soluzione FTTC rischierebbe, al contrario, di non produrre risultati a causa dei limiti tecnici imposti dalle distanze fra le località e i cabinet stessi (oltre al rischio di generare distorsioni competitive favorendo solo l’incumbent).

Il ruolo di ENEL, in tal senso, è fondamentale.

Non dimentichiamoci poi degli ulteriori benefici di una soluzione di questo genere: la televisione (con i suoi contenuti HD, 4k, etc.) sta sempre più aumentando la sua domanda di banda, portando la fibra ai tralicci anche i broadcaster potrebbero giovarsi di questa disponibilità di capacità. Infine, non dimentichiamoci, poi di degli altri strumenti, previsti dalla Strategia Italiana per la Banda Ultralarga, che possono giocare un ruolo importante soprattutto per accelerare l’adozione dei servizi ad esempio i voucher.

Quali sarebbero i benefici derivanti dalle sinergie con ENEL?

ENEL rappresenterebbe una grande opportunità per attivare quelle sinergie industriali che ad oggi mancano per ottenere risultati efficienti ed efficaci nella direzione degli obiettivi della Strategia governativa. In primo luogo, un operatore wholesaler non integrato verticalmente come ENEL, fungerebbe da “garante” per un level playing field. In secondo luogo, gran parte delle torri sarebbero servibili attraverso la fibra ottica stesa da ENEL, con grandi risparmi derivanti dalle linee aeree. Portando quindi la fibra in queste aree e utilizzando soluzioni di accesso wireless fisso (FWA con tecnologie 5G), la disponibilità di banda ultralarga a 100 Mbps diverrebbe finalmente realtà anche, e finalmente, per i piccoli centri del cluster D.

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