Diritti e regole. Queste le colonne su cui poggiano i mercati. Questa l’apparente dicotomia che regge e disciplina da oltre duemila anni le cose e gli affari dell’uomo.
Ai diritti e alle regole non si sottrae il mercato delle comunicazioni elettroniche, ciò vale in relazione alle attività poste in essere dagli operatori, così come con riferimento alle azioni degli utenti e abbonati consumatori.
A volte, tuttavia, c’è chi abusa della propria posizione di consumatore e, speculando su quanto riconosciuto da leggi e regolamenti, pone in essere una sorta di strisciante abuso dei diritti.
E’ quanto sempre più spesso si registra, ad esempio, nel caso del cosiddetto turismo telefonico. Ossia di quanti, siano essi individui, società, enti, associazioni, professionisti o ditte individuali, passano da un operatore all’altro, diventando una sorta di abbonati seriali e lasciando dietro di sé bollette insolute, avendo però nel frattempo acquisito la disponibilità di un smartphone o di altri dispositivi di significativo valore economico.
Il fenomeno non è residuale ed è in pericolosa crescita. Gli operatori telefonici da tempo hanno denunciato lo status quo e da qualche settimana è arrivato il sì del Garante Privacy alla banca dati delle morosità telefoniche intenzionali, in cui saranno raccolti i dati relativi a quei mancati pagamenti non dovuti a difficoltà momentanee o a dimenticanze, ma ad una precisa volontà dell’utente.
Più nel dettaglio, si tratta del “Sistema informativo sulle morosità intenzionali nel settore della telefonia” (S.I.Mo.I.Tel.) che censirà tutti coloro i quali intenzionalmente e/o continuativamente non sono in regola con i pagamenti delle bollette telefoniche relative ai pacchetti comprensivi di abbonamento e fornitura di smartphone o tablet. Nel sistema non saranno invece inseriti gli utenti con morosità dovute a ritardi occasionali.
L’accesso alla banca dati sarà consultabile dagli operatori prima dell’attivazione di un nuovo contratto, al fine di contrastare la portabilità scellerata, che comporta ogni anno costi enormi per gli operatori e a cascata investe tutto il mercato delle telecomunicazioni, utenti virtuosi inclusi.
Sarà necessario informare il cliente prima che questi sia inserito nel sistema. Le informazioni sui pagamenti non regolarizzati saranno conservate per 36 mesi e poi verranno cancellate automaticamente. I dati raccolti, che non potranno mai essere di natura sensibile o giudiziaria, non potranno essere usati in alcun modo per finalità commerciali relative a pubblicità, marketing, profilazione. Mentre il consenso dell’interessato non sarà necessario, in ossequio ad una operazione di bilanciamento di interessi compiuta dal Garante.
Occorrerà adesso individuare il soggetto gestore del S.I.Mo.I.Tel. ed al riguardo occorre essere fiduciosi. Il provvedimento del Garante è frutto di un’azione coordinata dell’Autorità che ha svolto una consultazione pubblica e diverse audizioni con le parti coinvolte, dalle associazioni di consumatori, agli operatori telefonici ed in primis ad Asstel, l’associazione guidata da Dina Ravera, promotrice dell’iniziativa.
Il Garante Privacy, come anche l’AGCOM, spesso, in verità, procedono a disciplinare ambiti cosi sensibili e ad alto impatto sui consumatori, previo concerto con i soggetti rappresentativi delle diverse istanze in gioco. Si pensi ai numerosi codici di condotta promossi e approvati dal Garante, a valle di processi paralegislativi aperti e trasparenti, che tanto hanno giovato al Paese e che costituiscono oggi parte integrante del Codice Privacy. Oggi, rispetto al passato, si registra anche un incremento dell’atteggiamento costruttivo da parte delle associazioni dei rappresentanti dell’industria, come Asstel e Confindustria Digitale, guidate in maniera responsabile e visionaria da donne e uomini espressioni del migliore mercato.
Questo è il modo corretto di procedere. Ogni volta che le Autorità e le istituzioni in generale si aprono ad ascoltare gli operatori e le parti coinvolte, le regole appaiono più giuste ed i diritti vengono salvaguardati.