I fondi italiani ed esteri soci di Telecom Italia chiedono al Cda del gruppo di dare una valutazione sull’opportunità della richiesta di Vivendi di avere quattro posti nel board, di cui tre per propri manager, allargando il consiglio da 13 a 17 componenti. È quanto emerge da una lettera del Comitato dei gestori al presidente Giuseppe Recchi.
”Pur ribadendo l’assoluta legittimità della richiesta dell’azionista Vivendi e la conseguente necessaria integrazione dell’ordine del giorno da parte di codesto consiglio – si legge nella lettera a Recchi – poniamo all’attenzione e chiediamo l’espressione della Vostra valutazione, in particolare, circa: 1) l’effettiva necessità di una integrazione del consiglio di amministrazione che porti il numero dei componenti dello stesso a ben 17; 2) l’opportunità che siedano nel board tre rappresentanti operativi di un socio qualificato di “influenza notevole” che sarà così in grado di esercitare una influenza ancora maggiore rispetto a quella derivante dalla percentuale del capitale sociale di Telecom Italia in suo possesso, senza aver lanciato un’offerta pubblica d’acquisto; 3) l’opportunità di svincolare dal divieto di concorrenza i tre candidati che svolgono le funzioni di Ceo, Cfo e direttore operativo in Vivendi, la quale opera nello stesso settore di Telecom Italia”, scrive il Comitato dei Gestori, composto dai fondi italiani che insieme ad alcuni investitori istituzionali esteri avevano presentato le liste di candidati per il rinnovo del Cda e del collegio sindacale di Telecom, anche per conto dei fondi esteri APG Asset Management FIL Investments International, Jp Morgan Asset Management, Legal & General Investment Management Limited e Standard Life Investments Limited.
In merito alla richiesta di Vivendi di integrare l’ordine del giorno della prossima assemblea del 15 dicembre (la domanda sarà sul tavolo del board di Telecom domani) ”gli investitori istituzionali non possono che manifestare anche a Lei e all’organo che presiede le loro preoccupazioni per il futuro assetto complessivo dell’organo amministrativo di Telecom Italia nonché per la mancanza di chiara informativa circa le intenzioni e gli obiettivi sottesi all’iniziativa di Vivendi”.