“Venaria, il digital day non scordi le aree rurali”

L’appello dell’Unione nazionale comunità ed enti montani: “In Piemonte arriva l’identità digitale, ma troppe zone interne sono senza banda. Il Summit definisca la strategia per portare fibra ottica e servizi innovativi”

Pubblicato il 20 Nov 2015

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Venaria ospita domani alla Reggia l’Italian digital day alla presenza del presidente Renzi e di autorità del mondo industriale e accademico. Eppure, nella Regione ‘pilota’ per sperimentare l’identità digitale, il rischio è che aumenti il divario tra aree urbane e aree rurali e montane, dove permangono e crescono difficoltà legate alla presenza di infrastrutture obsolete, alla mancanza di fibra ottica e di servizi informativi strutturati”. E’ la denuncia dell’Unione nazionale comunità ed enti montani, che vede nel progetto di identità digitale anche una soluzione per far fronte alla riduzione dei servizi con presidi fisici nelle vallate.

Uncem, prosegue l’associazione in un comunicato, “ha denunciato da tempo come il divario digitale non si sia ridotto negli ultimi anni, piuttosto sia aumentato non essendoci una strategia condivisa con gli Enti locali – in particolare dalla Regione con le Unioni montane di Comuni – per definire come spendere oltre cento milioni di euro disponibili nel Por Fesr e nel Por Feasr. Così, mentre le Unioni montane – che hanno tra le competenze come enti sovracomunali la gestione e il coordinamento delle scelte su Ict, nuove tecnologie, servizi informativi digitali – avviano il loro lavoro, il rischio è di non andare verso le necessità definite da Agid e dal Governo, in primo luogo coesione, uniformità, semplicità di accesso ai servizi”.

“La pubblica amministrazione, i Comuni, hanno ancora sistemi informativi che non parlano tra loro. Per questo Uncem ha chiesto a Regione e in particolare a Csi di intervenire per coordinare le scelte che i singoli territori stanno facendo. In sostanza, servono piattaforme uniche di gestione dei servizi, più cloud e meno “ferro” sotto le scrivanie tra server e altre dotazioni ormai obsolete, più sicurezza nella gestione dei dati, più uniformità nelle suites di software, più formazione per il personale e anche per i cittadini”.

“Portare fibra ottica nuova – spiega Marco Bussone, vicepresidente Uncem – deve permettere l’arrivo di nuovi servizi per la pubblica amministrazione, per i cittadini, per le imprese dei piccoli Comuni montani. Negli ultimi dieci anni, troppe dorsali posate non sono poi state collegate alle cabine e la fibra è spenta. Grandi investimenti e nessun vantaggio. È un problema che non tocca solo il Piemonte, ma molte altre Regioni italiane, che con noi condividono un divario digitale in crescita tra aree rurali e aree urbane. A partire dalla possibilità di vedere i canali tv del digitale terrestre senza ricorrere al satellite. Ma anche le reti di cellulari, su cui ci sono ancora troppi buchi in montagna. Tre fronti dei quali a Venaria all’Italian digital day non si può non tenere conto. L’appello al Consiglio e alla Giunta regionale è di definire al più presto strategia e investimenti per non sprecare neanche un euro dei 100 milioni accantonati nei Programmi operativi regionali. Abbiamo poco tempo e se non si indirizzano bene le scelte degli Enti locali, dando opportune indicazioni e mettendo precisi paletti, si rischia un aumento del digital divide e l’ennesima frammentazione, oltre a quella amministrativa-istituzionale, dei servizi”.

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